A circa una settimana dalla pubblicazione delle attese linee guida Covid relative alle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione, l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso anche quelle riguardanti i servizi educativi per l’infanzia e per le scuole dell’infanzia.
Sono state pubblicate proprio oggi le “Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 nell’ambito dei servizi educativi per l’infanzia gestiti dagli Enti locali, da altri enti pubblici e dai privati, e delle scuole dell’infanzia statali e paritarie a gestione pubblica o privata per l’anno scolastico 2022 -2023”.
Il documento fa seguito a quello dedicato alle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione, pubblicato nei giorni scorsi, ed è stato messo a punto, tenendo in considerazione le peculiarità didattiche ed educative dei servizi per l’infanzia. Le indicazioni sono state definite dall’Istituto Superiore della Sanità con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione e con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Le Indicazioni sono uno strumento utile per pianificare le attività dei prossimi mesi e propongono, da un lato, misure standard di prevenzione per l’inizio dell’anno scolastico che tengono conto del quadro attuale, dall’altro, ulteriori interventi da modulare progressivamente e attivare in base alla valutazione del rischio, al possibile cambiamento del quadro epidemiologico.
Il documento individua come possibili misure di prevenzione di base per la ripresa scolastica:
Il documento individua come possibili ulteriori misure di prevenzione sulla base di eventuali esigenze di sanità pubblica e di cambiamenti del quadro epidemiologico, da adottarsi gradualmente e solo in seguito a precise decisioni di carattere sanitario a livello nazionale:
A differenza delle linee guida relative alle scuole di altri cicli in questo caso si passa a indicazioni più specifiche alle esigenze degli alunni che frequentano le scuole dell’infanzia, da adottare, comunque, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica. Anche in questo caso quindi rimane un alone di incertezza e di “preparazione al peggio” in vista di un possibile aumento di contagi in autunno.
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