Il clima di incertezza sul ritorno a scuola persiste. A tal proposito nella mattinata del 26 agosto è in corso un vertice in videoconferenza con Regioni ed enti locali, convocato dal ministro degli Affari Regionali Boccia con i ministri Azzolina, Speranza e De Micheli. Sono presenti i governatori Bonaccini, Zaia, Cirio, Fontana, Marsilio, Toma e Tesei, Kompatcher. Per l’Anci c’è il presidente Decaro e per l’Upi De Pascale. Oltre a Arcuri e Borrelli c’è anche il capo del Cts Miozzo.
Il Governatore della Liguria Giovanni Toti, ha le idee chiare su quali temi dovranno necessariamente avere una risposta precisa da parte del Governo: “Chiederemo al governo chiarimenti sui tempi dell’assegnazione del personale aggiuntivo di cui ci è stato assicurato il raddoppio, sui tempi di consegna dei banchi monoposto e delle mascherine. Ma noi diciamo no all’uso della mascherina durante la lezione. Il governo dovrà esprimersi in via definitiva e non l’ha ancora fatto“.
C’è anche il nodo trasporti sul quale Toti intende puntare il dito: nella serata del 25 agosto il Ministero dei Trasporti ha pubblicato le linee guida in merito al servizio pubblico e il trasporto scolastico. Linee guida che non convincono in molti, come avevamo preannunciato anche in un articolo precedente. E anche Toti non resta soddisfatto: “non esiste ancora una proposta concreta: l’esecutivo non vuole derogare al distanziamento del metro con mascherina sui mezzi pubblici ma non è in grado di fornire le “pareti divisorie” prima di tre mesi. Non solo. Anche la flessibilità oraria la lascia tutta sulle spalle dei presidi senza capire che comunque non è risolutiva. Questo scarica barile è inaccettabile, dalle Regioni c’è tutta la collaborazione possibile ma serve chiarezza e una certezza da convididere: le scuole devono riaprire“, conclude Toti dalla propria pagina Facebook.
Dal Governo solo alcune rassicurazioni sul tema traporti e ritorno a scuola: “Non possiamo permetterci passi falsi nel trasporto e dall’altra parte dobbiamo garantire agli enti locali la possibilità di sostenere i costi aggiuntivi“, chiarisce il vice ministro Anna Ascani, mentre la ministra per le Pari Opportunità Bonetti assicura che in caso di quarantena sarà data la possibilità ai genitori di restare a casa con i figli.
Sempre la viceministra Ascani, ieri a Vicenza, ha ricordato che “c’è un documento dell’Istituto superiore di sanità che discuteremo e che continuiamo a tenere come punto di riferimento, a cui si aggiungono anche i riferimenti del Comitato tecnico-scientifico che ha già indicato i protocolli da seguire nel caso di contagio“.
Inoltre chiarisce che “noi vogliamo aprire la scuola per tenerla aperta – conclude – e quindi è necessario che tutti collaborino in questo direzione per seguire le misure sanitarie che saranno assolutamente necessarie. Il tutto con la collaborazione tra la scuola, le Asl e i dipartimenti di prevenzione“.
‘Il documento dell’Iss sulla gestione di eventuali casi Covid nelle scuole è “robusto e strutturato” e vale come “protocollo condiviso da adottare in tutto il paese” anche se resta “un testo aperto che potrà essere arricchito con il passare dei giorni, un vademecum per l’apertura delle scuole che può essere sempre aggiornato con l’esperienza sul campo”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza, a quanto si apprende da fonti regionali, durante la videconferenza tra governo e regioni.
Anche il Ministro Boccia ha già espresso il suo pensiero: “Abbiamo il dovere di dare a famiglie e scuole la garanzia di ricominciare nella massima sicurezza. Per questo motivo il coordinamento con Regioni e enti locali sarà un coordinamento convocato in maniera permanente fino all’avvio dell’anno scolastico per intervenire in tempo reale se dovesse presentarsi qualsiasi necessità”, si legge sull’Ansa.
Nonostante le dichiarazioni rassicuranti resta comunque incerto l’inizio dell’anno scolastico: l’emergenza sanitaria che lascia un ampio margine di imprevedibilità si aggiunge alle azioni del Governo che, seppur presenti, non convincono del tutto.
Forse una prospettiva maggiormente realistica arriva da Alessia Morani, sottosegretario allo Sviluppo economico, che parla di un inizio non a regime: “Ci troviamo di fronte a una pandemia. Anche negli altri Paesi sulla scuola ci sono stati tanti stop e go. Serve un piano serio sulle riaperture. Per quanto riguarda settembre, siamo consapevoli che non tutto sarà a regime, ci vorrà qualche settimana“.
E’ chiaro che i problemi non si fermano qui: l’incertezza è data anche dai test sierologici: come abbiamo riportato, l’adesione del personale non è del tutto massiccia al momento e sono tanti i medici che non vorranno effettuare il test. Si attendono anche riscontri dopo i primi test positivi: nel caso di conferma dopo test molecolare, bisognerà prendere provvedimenti.
Infine c’è il tema della temperatura da misurare: il Ministero ha detto che bisogna misurala a casa, mentre gli esperti insistono per farlo scuola, per avere strumenti standard con risultati certi e registrabili. C’è anche chi sostiene di abbassare la soglia minima 37,1 di febbre anziché a 37,5 come previsto.
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