Dopo le polemiche delle ultime ore provocate dalla diffusione del verbale in cui si dice che in mancanza di distanziamento e di classi numericamente ridotte, si dovranno intensificare misure diverse come l’uso delle mascherine e un frequente lavaggio delle mani anche con apposito gel, il CTS fa sapere che nella prossima seduta, già programmata per il 19 agosto, si parlerà nuovamente di scuola.
“Il Comitato tecnico – si legge in una notizia diffusa dall’Ansa – ribadirà che non si deroga all’obbligo del distanziamento fisico di un metro tra gli alunni in classe”.
“Nel caso fosse impossibile garantire il metro di distanza – aggiunge ancora l’Ansa – gli studenti dovranno indossare la mascherina chirurgica e ci dovrà essere un’adeguata areazione”.
La deroga, però, sarà consentita solo per un periodo limitato di
tempo e nel frattempo dovranno essere adottate il prima possibile
soluzioni per garantire il distanziamento prescritto.
Il problema sta tutto nella valutazione di cosa si debba intendere “periodo limitato di tempo”: cosa succederà, per esempio, se a metà ottobre non saranno ancora arrivati i nuovi arredi che dovrebbero facilitare il distanziamento?
Vedremo se nella riunione del 19 agosto il CTS riuscirà a fornire indicazioni precise, ma la sensazione è che la situazione si stia complicando sempre di più anche perché ci sono anche altri segnali per nulla rassicuranti
.Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms distaccato a Roma per seguire da vicino i fatti italiani e tecnico dello stesso Cts, in un’intervista sul Corriere della sera dichiara: “Siamo in una fase di lenta crescita dei casi. La curva sale, lentamente ma in modo costante. E può bastare poco per ripiombare nell’emergenza”.
E aggiunge che il rischio è “arrivare a ridosso della riapertura delle scuole con un numero di casi che la renderebbero pericolosissima. Perché è matematico che la curva col ritorno in aula salirebbe ancora”.