Attualità

Rientro a scuola, per Italia Viva la data del 7 gennaio va mantenuta

“Sconcerta, anche alla luce dei dati forniti dall’Iss, la rincorsa di ministri, consulenti, commissari e presidenti di regione a non riaprire la scuola”: lo dichiara Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera.
“Se come certificato dall’Istituto superiore di Sanità – spiega – solo il 2% dei focolai italiani si è sviluppato a scuola (e di questo 2% meno della metà alle superiori), la fretta a chiudere gli istituti scolastici risulta davvero incomprensibile e irresponsabile. A queste persone il destino della scuola e dei ragazzi sembrano non interessare. Dopo 100 giorni di chiusura, Dpcm, ordinanze, tavoli dei prefetti, gli istituti scolastici continueranno a rimanere chiusi. Chiusi, perché la DaD non è scuola. L’alternativa alla scuola in presenza e in aula è deleteria per i ragazzi a cui – sarà bene ricordarcelo – in questo modo lasciamo problemi enormi, e non solo in termini di debito pubblico”.

“Chi ha un figlio che va a scuola – conclude Toccafondi – può osservare quale sia la differenza tra l’attività in presenza e quella a distanza. I ragazzi che passano sei ore al giorno davanti a un video per il resto della giornata sembrano zombie. Non possiamo permettere che milioni si di studenti siano condannati a subire ancora una situazione che si protrae da marzo”.

E’ ormai evidente che sulla data del 7 gennaio è in atto una vero e proprio scontro con risvolti anche di carattere politico.
Non a caso a mettere in discussione le decisioni del Governo sono innanzitutto il Veneto e il Friuli, Regioni guida leghista, e le Marche (centro-destra) che potrebbero essere seguite a breve anche da altre dello stesso colore.
In queste due regioni si riaprirà così il 31, mentre altre regioni hanno già detto che – in ogni caso – non se ne parla per il 7.
E siccome all’interno delle forze di maggioranza non c’è compattezza sulle decisioni da assumere non è da escludere che possa essere proprio la scuola il pretesto per poter aprire davvero una crisi di Governo che ormai in molti danno per molto probabile.

Reginaldo Palermo

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