Questa tabella, realizzata sulla base di dati che ci ha fornito Cisl Scuola, evidenzia in modo evidente il fallimento della procedura denominata call veloce che, nelle intenzioni del Ministero e del Governo intero sarebbe dovuta servire per mitigare un po’ l’effetto “cattedre vuote” soprattutto nelle regioni del nord. Il rientro a scuola si preannuncia così problematico.
Posti assegnati con la procedura call veloce
PIEMONTE | 30 |
LOMBARDIA | 56 |
VENETO | 32 |
FRIULI VV.G. | 8 |
TOSCANA | 50 |
MARCHE | 9 |
LAZIO | 3 |
ABRUZZO | 4 |
MOLISE | 6 |
CAMPANIA | 25 |
PUGLIA | 23 |
CALABRIA | 16 |
SICILIA | 10 |
SARDEGNA | 32 |
L’opposizione ha buon gioco ad attaccare la Ministra e parla di fallimento. Le deputate di Forza Italia Gelmini e Aprea rimarcano che le cattedre rimaste vuote sono fino al 50%. Mario Pittoni (Lega) ricorda con la sua proposta di stabilizzazione da graduatorie le cose andrebbero ben diversamente.
D’altronde già si sapeva che il ruolo fuori regione non piace ai docenti che non a caso già nel 2016 erano stati allettati dalla promessa del M5S di cancellare l’esodo da nord a sud.
Al flop della call veloce si sommano poi i problemi delle graduatorie provinciali che – dicono i sindacati – sono piene zeppe di errori.
Quest’anno potrebbero così rimanere scoperte più di 200mila cattedre, forse persino 250mila.
In passato, soprattutto al nord, le scuole hanno potuto contare sulle MAD, ma quest’anno le regole sono molto stringenti.
Se si è iscritti in una qualsiasi graduatoria provinciale non ci si potrà infatti mettere a disposizione in nessuna scuola, neppure in altra provincia o regione, come stabilisce la circolare sulle supplenze pubblicata proprio oggi.
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