La Sicilia resta disallineata rispetto al resto d’Italia, con il rinvio della riapertura scuole giocato sull’allungamento delle vacanze grazie ai margini del calendario (si erano fissati a livello regionale 207 giorni di scuola che possono essere erosi fino ai 200 minimi obbligatori). Ma molti dirigenti scolastici si sentono rassicurati: “Tre giorni ci danno un po’ più di respiro nell’organizzare le cose,” ci spiega una dirigente di una scuola superiore di Catania.
“I positivi crescono di giorno in giorno. Le problematiche sono tante e noi cerchiamo di attivare i dispositivi della DaD per i contagiati predisponendo anche quarantene e isolamento per i contatti stretti e quant’altro serve fare sulla base di quanto è stato indicato dal Governo. A questo si aggiunge il problema delle assenze: abbiamo docenti positivi, collaboratori scolastici positivi, personale scolastico sospeso, stiamo cercando di avere i supplenti già in carica per la ripartenza”.
“Ma il grande timore – conclude – è che se arriviamo ai tre positivi si dovrà comunque mettere la classe in DaD”.
Ed è proprio per venire incontro alle esigenze dei dirigenti scolastici che la Regione ha fatto questa scelta: “Non si può risolvere nulla in tre giorni? Noi facciamo riferimento a quanto richiesto dai presidi e dalle amministrazioni locali unanimemente, cioè diamo loro il tempo sufficiente per applicare le nuove e diverse modalità di gestione delle quarantene e dei servizi anticovid all’interno delle scuole, valutando anche il personale disponibile, ecco credo che 3 giorni e forse anche 5 siano tecnicamente importanti”. Così l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla.
Rispetto ai numeri, il sindacato Flc Cgil parla di un 15 % di alunni assenti per Covid e di un 20% del personale. Ma sono proiezioni derivanti dai feedback delle scuole e servirebbero i dati ufficiali del Ministero, sottolinea la sigla sindacale. Intanto le scuole medesime, in assenza di personale, riducono il servizio e vengono costrette a mandare all’aria ogni seria programmazione, avvertono.
Ma allo scadere dei 3 o dei 5 giorni anche la Sicilia dovrà riposizionarsi in linea con le altre regioni. Il Governo, infatti, resta sulle proprie posizioni. “Ai ragazzi si chiede di stare in DaD mentre poi vanno in pizzeria o in palestra tutto il pomeriggio. Non ha senso chiudere la scuola prima di aver chiuso tutto il resto. E poiché non abbiamo intenzione di chiudere tutto, non chiuderemo neanche la scuola. Probabilmente ci sarà un aumento delle classi che andranno in DaD? Ok, andranno in DaD, ma respingiamo un ricorso generalizzato alla didattica a distanza”. Così il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa del 10 gennaio.
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