Attualità

Rientro a scuola. Sistemi di aerazione in classe? Ecco perché no. Gavosto: se non vengono manutenuti favoriscono il contagio

Con quale protocollo di sicurezza si tornerà in classe a settembre? “A quanto ci risulta c’è un ritardo importante da parte del ministero della Salute che avrebbe dovuto dare indicazioni chiare e tempestive,” riferisce il nostro direttore Alessandro Giuliani nel corso dell’appuntamento di Tecnica della Scuola LIVE del 27 luglio.

E riguardo all’installazione degli aeratori, commenta: “C’è un’indicazione di responsabilità diretta dei dirigenti scolastici da parte del ministero, ma noi sappiamo bene che non sono i dirigenti i responsabili di una partita così importante, ma gli enti locali”. Un tema su cui ha detto la sua anche Antonello Giannelli già qualche mese fa: “È ben noto che la legge 23/1996 attribuisce la competenza a installare qualsivoglia impianto nelle scuole esclusivamente agli enti locali, non certo alle istituzioni scolastiche”. 

Le dichiarazioni di Matteo Salvini

Intanto in queste ore il leader della Lega Matteo Salvini, in piena campagna elettorale, a Morning News, su canale 5, ha dichiarato che si batterà per superare l’obbligo di mascherine in classe, dato che “le scuole sono dotate di impianti di aerazione sui quali abbiamo messo decine di milioni di euro”, ma dispetto delle parole sicure del leader del Carroccio, ricordiamo che tuttora nella maggior parte degli istituti scolastici mancano i sistemi di aerazione. Ad averli, sono il 3% degli istituti, non di più, secondo i dati della Fondazione Gimbe. Perché? Perché i fondi ricevuti dai dirigenti scolastici (a partire dal Decreto Sostegni e poi dal Sostegni bis, passando dai vari decreti Aiuti) hanno varie destinazioni d’uso e le scuole hanno ognuna la propria scala di priorità. Nel caso del Sostegni bis, ad esempio, contro il Covid sono stati stanziati 350 milioni di euro, ma, come detto, il fondo non è stato costituito specificamente per i sistemi di aerazione ma per agire su tutte le emergenze scolastiche in pandemia.

I fondi del Pnrr potevano essere destinati agli impianti di aerazione?

Ma chiariamo un aspetto non di poco conto che dovrebbe essere alla base di ogni dibattito sugli impianti di aerazione in classe: i fondi del Pnrr potevano essere utilizzati per queste esigenze, nell’ottica della ripresa e di gestione del Covid?

Premettiamo che secondo le stime fatte dalla nostra testata servirebbero almeno 700milioni di euro, in considerazione del fatto che parliamo di 1000 o 2000 euro ad aula, e che le aule sono 370mila. “Un miliardo scarso basterebbe per gli aeratori, insomma” chiosa il direttore Giuliani in conversazione con Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli.

Ma il presidente Gavosto mette in discussione i numeri: servirebbero almeno due miliardi di euro, spiega. E contesta anche la destinazione d’uso dei fondi del Pnrr.

“In questo caso posso dare una risposta di merito perché faccio parte della commissione ministeriale per le linee guida per le 212 nuove scuole realizzate con i fondi del Pnrr, in commissione ne abbiamo largamente discusso – precisa. Quello che ho imparato è che le linee guida auspicano sistemi di ventilazione meccanica. Ma nella realtà non si possono prescrivere, per due motivi: 1) perché la stima che avete dato è al ribasso, e nel momento in cui si inserisce un sistema di ventilazione meccanica si deve fare un intervento strutturale, ad esempio relativo al sistema elettrico della scuola, quindi potrebbero anche raddoppiare le cifre; 2) perché i fondi del Pnrr sono fondi di investimento, e non possono essere destinati all’ordinaria manutenzione degli impianti” e invece i sistemi di ventilazione senza manutenzione degli impianti sono addirittura pericolosi.

“I sistemi di ventilazione meccanica, se non vengono manutenuti in maniera molto efficace – continua Andrea Gavosto – in realtà provocano più danni che non averli: se non si cambiano i filtri e non si fa una attività continua di manutenzione si propaga l’aerosol, potenzialmente col virus dentro, in misura ancora maggiore, quindi bisogna essere sicuri che le scuole abbiano le risorse e anche la volontà di fare una manutenzione continua ed efficace”.

E conclude: “Lo slogan della ventilazione meccanica è efficace ma i problemi pratici, come sempre, non sono secondari”.

Carla Virzì

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