Il nodo della scuola, ormai, è tutto politico e il Presidente Conte sta facendo non poca fatica tenere insieme i diversi pezzi della maggioranza di Governo.
Dopo aver ripetuto per tre mesi che anche la secondaria di secondo grado avrebbe certamente riaperto in presenza dopo le vacanze di Natale, nelle ultime ore le certezze si sono ridotte al lumicino tanto che ormai è pressochè sicuro che il 7 non si riaprirà ancora e che, nella migliore delle ipotesi, tutto è rimandato al giorno 11.
Il fatto è che in questi tre mesi poco, pochissimo, si è fatto per affrontare e risolvere il problema più complesso che è quello dei trasporti non solo degli studenti ma anche del personale scolastico che non sempre si muove con mezzi propri.
Ma, ad onor del vero, va anche detto che a ottobre si confidava in una regressione dell’epidemia e non si pensava certamente ad una nuova ondata difficile come quella a cui stiamo assistendo.
Peraltro, adesso, c’è l’incognita dei vaccini: per ora le dosi scarseggiano e sembra che anche la somministrazione non avvenga in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Insomma, non è per niente facile capire quando e come la scuola potrà tornare tutta alla normalità.
Vista la situazione non sarebbe male se al Ministero si iniziasse a pensare su come affrontare il tema della valutazione degli alunni che nel precedente anno scolastico aveva messo in difficoltà le scuole e che, di fatto, era stato risolto spesso con promozioni quasi generalizzate anche per evitare possibili ricorsi da parte delle famiglie.
La questione va affrontata adesso in modo da evitare che già con i voti del primo quadrimestre si pongano le premesse per una valutazione finale poco attendibile.
Ma sembra quasi che a Viale Trastevere il problema non venga neppure percepito, tanto che è proprio di queste ore la notizia secondo cui l’Invalsi sta già lavorando per attivare le consuete rilevazioni degli apprendimenti degli alunni, come se la situazione fosse esattamente la stessa degli anni passati.
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