Ancora poche ore dividono oltre mezzo milione di insegnanti dal loro ritorno a scuola: tra il 2 e il 3 settembre parteciperanno al collegio dei docenti di inizio anno. E per alcune decine di migliaia si tratterà anche della prima volta da docenti di ruolo. Per molti il ritorno a scuola presenta motivi di stress. Soprattutto negli istituti dove la burocrazia risulta eccessiva, gli impegni extra-didattica si moltiplicano, come pure le attività pomeridiane (tutte attività che con la scuola dell’autonomia risultano ormai all’ordine del giorno) e non vi è adeguata cura delle relazioni umane.
Tra gli insegnanti sono diversi i sintomi del cosiddetto stress del rientro, che vanno oltre la malinconia e la preoccupazione per il ritorno alla routine quotidiana: stanchezza, eccessiva irritabilità, senso di inquietudine, incapacità di rilassarsi, ansia e spossatezza, astenia, noia e sbalzi di umore. Certo, non si tratta di vere e proprie patologie, ma di una condizione momentanea che però è bene non minimizzare.
Gli esperti dispensano quindi consigli: Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di Neurologia, ha spiegato all’Adnkronos Salute che “non sorprende che durante i periodi di vacanza o di ozio le persone si sentano meglio, perché finalmente si riappropriano del proprio ritmo biologico mentre quando ritornano alle loro attività, queste diventano spesso fonte di tensione e di ansia”.
Insomma, il rientro dalle vacanze è fonte di stress, “perché – continua Padovani – ci riporta a un ritmo che non ci appartiene, in quanto determinato dai diversi impegni quotidiani”.
Il neurologo non ha dubbi: “C’è una relazione tra stress, ansia, affaticamento, disturbi del sonno e cefalea: è una sorta di circolo vizioso che alimenta un corteo sintomatologico che è strettamente correlato a quegli eventi fonte di stress che la società impone quando torniamo al lavoro, portiamo i figli a scuola, quando provvediamo ai nostri doveri sociali”.
Secondo il presidente dei neurologi, quindi, per combattere o prevenire l’emicrania occorre prendersi cura di sé stessi con yoga, riposo ristoratore, attività fisica e sana alimentazione’.
Padovani elenca alcuni consigli per alleviare lo stress da rientro in classe. “Per prima cosa dobbiamo cercare di prenderci cura di noi stessi ed evitare di aggiungere altri elementi di stress – sottolinea il presidente dei neurologi – evitando di aggiungere altri impegni così come di intraprendere nuove attività. Ma soprattutto di approfittare dei fine settimana, laddove è possibile, per riprendere in qualche modo confidenza con il proprio ritmo biologico riprendendoci del tempo per noi. Ci sono poi tecniche di rilassamento come lo yoga, i cui benefici sono dimostrati scientificamente, che aiutano le persone a recuperare un po’ più di resistenza e forza rispetto al mal di testa”.
Tra le poche e semplici regole da seguire, “sicuramente mangiare in modo sano e vario, evitare di controllare la tensione con il fumo e l’alcool, limitare il consumo di alimenti ricchi di lieviti perché questi possono peggiorare il mal di testa“. E ancora: “dormire in maniera adeguata dedicando al sonno almeno 7 ore, facendo anche uso di tisane e di camomilla e, se necessario, melatonina dietro prescrizione del medico; praticare sempre attività fisica, 30 minuti tutti i giorni sarebbe sufficiente, e soprattutto evitare i conflitti“, conclude Padovani.
Anche Giorgio Sesti, presidente Simi, Società italiana di medicina interna, dispensa consigli per evitare il senso di malessere, di disagio e di ‘lieve depressione’ che si ha quando si ritorna al lavoro o a scuola.
“Con piccole accortezze – spiega Sesti all’Adnkronos – è possibile comunque affrontare al meglio la situazione e riprendersi in breve tempo, così da poter ricominciare l’attività lavorativa o scolastica con serenità. Una regola fondamentale è senza dubbio dormire bene. Bisogna infatti andare a letto prima la sera e svegliarsi presto al mattino, tornare insomma ai ritmi che ci impone il lavoro o la scuola, dimenticando le ore piccole che hanno scandito le nostre vacanze”.
L’ideale, secondo Sesti, “sarebbe anticipare il rientro dalle ferie di due giorni per permettere all’organismo di regolare il proprio ritmo sonno-veglia di sempre”. Ma non solo. “Mettere la sveglia per alzarsi presto sembra una sciocchezza, eppure è la cosa più difficile da fare in questi giorni di fine estate e caldo”.
Altro aspetto da non trascurare è l’alimentazione. “Preferire pasti leggeri da consumare negli orari canonici, certamente non la sera tardi o dopo le 14 – sottolinea l’esperto – per favorire una migliore digestione”.
In vacanza, complici le giornate di luce, “abbiamo praticato attività fisica quale nuoto, tennis, jogging, camminate. Ecco, al rientro in città dobbiamo mantenere questa sana abitudine, dedicando al movimento e all’esercizio fisico 150 minuti alla settimana, in pratica mezz’ora al giorno, per evitare l’insorgere di malattie cardiovascolari e metaboliche quali obesità e diabete”. Per chi a causa del lavoro in ufficio è costretto a stare molte ore seduto davanti al computer è consigliabile anche la ginnastica posturale “che apporta benefici all’apparato muscolo-scheletrico e previene soprattutto danni alla colonna vertebrale”.