Mentre fanno discutere i provvedimenti del ministero dell’Istruzione italiano circa la didattica a distanza, il quadro Europeo trascina con sé uno status pandemico concettualmente concluso. La nuova fase endemica, caratterizzata da un nemico invisibile più virulento ma meno nocivo, deve e può far cambiare l’approccio del mondo della scuola alla pandemia, destinata a divenire un’endemia.
Figura, in ogni caso, un quadro alternativo rispetto a quello afferente al rischio di carattere sanitario: l’iper-inflazione e l’impennata dei costi dei trasporti ha portato al risollevamento della questione DAD, specie in Germania e Francia, ove tali aumenti si sono fatti più consistenti nell’ultimo mese. Vediamo assieme cosa accadrà e come la Dad sta caratterizzando il discorso pubblico sulla scuola.
Germania. La crisi energetica si abbatte su scuola e DAD
La stretta sul gas operata dalle autorità russe in risposta al supporto militare offerto all’Ucraina interessa da vicino i costi relazionati ai servizi per l’istruzione e la formazione continua. Differenti istituti del Paese, infatti, sono ospitati in strutture poco efficienti dal punto di vista energetico e vantano categorie di efficientamento limitate. E già nelle scorse settimane alcune autorità locali, come quelle del distretto di Lahn-Dill, hanno previsto a settembre la chiusura o la riduzione dell’acqua calda per le scuole, destinata a riscaldamento e cottura dei cibi in mensa.
Resta concreto il possibile ritorno alla Dad, tanto che il Ministro federale dell’Istruzione, Bettina Stark-Watzinger ha messo le mani avanti: “Durante la pandemia, mi sono battuta per includere le istituzioni educative nelle infrastrutture critiche”, ha riferito al Rheinische Post. “Anche ora bisognerebbe prestare un’attenzione particolare affinché non ci siano restrizioni all’insegnamento in presenza”, facendo evidente riferimento alla crisi che potrà scaturire nel sistema scolastico durante il prossimo autunno. La Dad, pertanto, è ancora prevista e messa in atto per fini sanitari ed energetici.
Il caso di Francia e Olanda: ‘Evitare la DAD a tutti i costi, anche per i positivi’
In Olanda, dove le chiusure della primavera 2020 sono durate 8 settimane contro le 12 settimane (dotazioni tecnologiche delle famiglie maggiori), il sistema dei test, alla pari del nostrano INVALSI, ha registrato un ritardo dell’apprendimento pari al 20%, causato da DAD e didattica pressoché digitale per i positivi. Lo stesso si è verificato in Francia dove gli alunni di seconda elementare hanno subito un rallentamento consistente degli apprendimenti soprattutto nella lettura e nella scrittura, mentre per la matematica i problemi si vedono soprattutto nei bambini che hanno un background svantaggiato, già segnalato da altri test somministrati.
L’esecutivo francese ha comunque previsto il recupero istituendo corsi ad hoc per gli studenti svantaggiati.
Resta la piena ostilità alla Dad che, nonostante una crisi energetica alle porte, si conferma come uno strumento inadeguato per la formazione continua per Olanda e Francia, con l’espressa preferenza di rientrare in presenza.