La lunga attesa sulle decisioni da prendere per il rientro in classe è finita: dopo le audizioni della task force e del Comitato tecnico scientifico, che hanno elencato i possibili scenari da percorrere a settembre, il ministero dell’Istruzione è passato alla fase di concretizzazione.
A Viale Trastevere si sta lavorando sul documento che indicherà a Comuni, Province ed istituti scolastici gli scenari su cui orientarsi per ripartire, a settembre, con le lezioni in presenza ponendo come prioritaria la prevenzione da eventuali contagi in autunno.
Subito dopo l’avvio degli esami di maturità, probabilmente giovedì 18 o venerdì 19 giugno, la ministra Lucia Azzolina firmerà il pacchetto di misure da adottare: si tratterà delle strade percorribili dalle scuole e, per l’immediato, per gli interventi degli enti locali.
Questi ultimi, quindi Comuni e Province che gestiscono i locali scolastici, potranno già avvalersi dei poteri speciali previsti dal Decreto Scuola, che permetteranno di attuare (bypassando le lungaggini solite, dovute a burocrazia, autorizzazioni e gare d’appalto) interventi di ristrutturazione e adattamento delle aule individuate, anche al di fuori delle scuole, per potere accogliere gli alunni in eccesso.
Nelle Linee Guida si indicherà anche che sarà cura degli organi collegiali stabilire quale tipo di offerta formativa si attuerà in ogni singola scuola: nei Collegi dei docenti e nei Consigli d’Istituto, per le rispettive competenze, si stabilirà quindi in primis quale tipo di unità orario si realizzerà, prevedendo quindi un minutaggio ridotto anche fino a 40 minuti.
In questo modo, come abbiamo già scritto, e ogni ora il docente dovrà “rendere” alla scuola tra i 5 e i 20 minuti a lezione, ne consegue che ogni settimana l’insegnante della secondaria potrebbe arrivare a svolgere fino 24 unità orarie (anziché le canoniche 18). Allo stesso modo, nella primaria i maestri potrebbero svolgere quasi 30 ore a settimana.
Incrementando le lezioni potenziali, gli stessi docenti potrebbero così andare a fare didattica anche per quei gruppi di alunni eccedenti nelle varie classi, per via del distanziamento sociale. Gruppi di alunni, praticamente delle classi aggiuntive, per quali il Governo non sembra al momento intenzionato ad integrare gli organici dei docenti.
Alle scuole, inoltre, spetterà stabilire eventuali nuovi orari per i vari gruppi-classe, se riuscire a mantenere negli istituti gli alunni le cui famiglie sono impossibilitate a portare i figli più tardi o a riprenderli prima, le modalità di accesso ai locali aggiuntivi. E altro ancora.
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