Si è parlato molto dell’eccessiva genericità delle Linee Guida ministeriali per il rientro settembre e della “licenza” che demandano ad ogni istituto scolastico nel decidere come organizzare non solo la didattica in presenza. Dal Veneto giunge ora un ‘manuale operativo per la ripartenza”, una sorta di ‘cassetta degli attrezzi’, con suggerimenti e soluzioni pratiche, che vanno utilizzate in massima libertà e autonomia.
Lo strumento operativo è rivolto ai 690 mila studenti veneti, compresi i 103 mila delle scuole paritarie: a presentarlo, il 7 luglio, sono è stato l’assessore regionale alla scuola, Elena Donazzan, assieme alla direttrice dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto Carmela Palumbo.
“Il Veneto è la prima regione in Italia ad aver dettagliato indicazioni chiare che consentono ai dirigenti scolastici e agli enti locali di programmare spazi, modalità e organizzazione della didattica in tempo utile per la riapertura a settembre delle scuole di ogni ordine e grado”, ha sottolineato Donazzan.
Il manuale contiene anche una funzione matematica, un abaco, che consente di definire la capienza delle aule scolastiche alla luce delle indicazioni sanitarie del Comitato Tecnico Scientifico e delle norme vigenti in materia di distanziamento fisico e di sicurezza.
Per gli spazi didattici (aule ordinarie, laboratori e aule attrezzate, palestra, mensa, aula magna) la distanza tra i banchi non dovrà essere inferiore ai 60 centimetri, quella ottimale indicata è di 80 centimetri, tra le righe di banchi dovrà esserci di almeno un metro.
Sulla base di queste regole e delle dimensioni dei banchi il manuale consente di pianificare la capienza massima delle aule, a seconda della loro dimensione.
“Il 74% delle 30 mila aule ordinarie presenti in Veneto hanno una superficie superiore ai 50 mq – ha detto la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale – e la media degli alunni per classi è di circa 20. Le situazioni più critiche si potranno verificare per le prime classe delle secondarie superiori, in particolare nei licei delle città capoluogo, dove le classi contano anche 27 o 28 alunni”.
L’impegno richiesto al personale “rappresenta un punto di snodo – ha detto ancora Donazzan – In Veneto abbiamo detto ‘no’ allo sdoppiamento delle classi, soluzione impraticabile perché non garantisce continuità didattica e non è sostenibile né economicamente né logisticamente. Meglio puntare su modelli diversi, rafforzando i docenti del potenziamento e garantendo l’unità del gruppo classe”.
Mel manuale si specificano nel dettaglio anche le regole d’uso di laboratori, palestre e spazi di sosta breve, poco toccati dalle indicazioni ministeriali, che ‘non sono spazi residuali, alternativi alle aule – ha precisato Palumbo – ma devono conservare la loro indispensabile funzione per le attività sperimentali e per l’attività motoria”, nonchè l’organizzazione degli spazi non didattici, come mense, sala insegnanti, corridoi, spazi per la ricreazione, uscite, servizi”.
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