Rimane incerto fino all’ultimo il ritorno in classe in presenza degli studenti delle scuole superiori, con le Regioni che hanno assunto posizioni diversificate anche in presenza di contagi simili: nella mattinata di domenica 17 gennaio, alle ore 11, alla vigilia della ripresa delle lezioni nel Lazio, Piemonte, Emilia Romagna e Molise (anche se solo per il 50%-75%), i componenti del Comitato tecnico scientifico sono stati sollecitati dal governo perchè esprimano un parere formale.
La riunione, di carattere urgente, sarebbe stata voluta dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che, secondo l’agenzia Ansa, avrebbe “convocato i tecnici per avere un parere sul ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori (al 50%) e su un eventuale rinvio della didattica in presenza”.
A chiedere un chiarimento al CtS sarebbe stato però anche il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, al quale si sono rivolti diversi governatori preoccupati per il ritorno alle lezioni in presenza con il numero di casi di contagi ormai collocato tra i 15 mila e 20 mila al giorno e diversi ospedali con i reparti Covid e di rianimazione in allerta.
I dubbi maggiori, al momento, li avrebbero i presidenti delle Regioni in condizioni di rischio medio-alto: in queste condizioni, dopo avere tenuto lontano da scuola gli allievi dai 14 anni in su per più di due mesi e mezzo, il governo chiede loro di farli riprendere.
Parere che, curiosamente, non era stato invece chiesto metà settimana, quando l’esecutivo Conte bis ha predisposto la bozza, poi approvata dal Consiglio dei ministri e ratificata con il nuovo Dpcm in vigore da oggi, con la quale non solo si è dato il via libera per il rientro in classe anche alle Regioni che sarebbero passate, come il Lazio, dalla fascia di pericolosità Covid “gialla” quella “arancione”, ma si è anche data facoltà alle stesse scuole di portare al 75% la presenza contemporanea di allievi in aula.
È anche vero, comunque, che gli esperti del Comitato tecnico scientifico, con in testa in coordinatore Agostino Miozzo, almeno nelle ultime settimane hanno sempre espresso un parere sempre sostanzialmente favorevole per il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori.
Ora, però, i componenti del CtS quel parere dovranno prendersi la responsabilità di esprimerlo formalmente. E motivarlo. Anche a fronte di numeri e indici sui contagi tutt’altro che rassicuranti, sia a livello settimanale che giornaliero.
La domanda a questo punto è la seguente: in una situazione di contagi così delicata, gli scienziati si prenderanno la responsabilità di far tornare a regime, seppure con le turnazioni, oltre due milioni e mezzo di alunni in classe? Molto dipenderà, a nostra avviso, anche da quante rassicurazioni daranno le prefetture, impegnate nei giorni scorsi in un complesso lavoro di coordinamento per definire nuovi orari d’entrata-uscita da scuole e, soprattutto, l’integrazione dei mezzi di trasporto utilizzati dagli studenti per raggiungere la scuola.
Appena avremo informazioni sull’esito dell’incontro ne daremo tempestiva informazione ai nostri lettori.
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