Carissime lettrici, cari lettori,
dopo l’enorme lavoro non riconosciuto fatto in DaD, gli avventati rientri in presenza con innumerevoli quarantene, orari di lavoro con classi collegate da casa, classi in presenza, alunni fragili da seguire, orari che avrebbero mandato in confusione anche il più lucido dei docenti, dopo gli esiti delle prove Invalsi utilizzati per affossare definitivamente la DDI, ci tocca sopportare l’obbligatorietà del vaccino con annesse dure sanzioni per quelli che, comunque, sono i pochissimi inadempienti.
È chiaro a tutti che questa decisione si pone come la più classica delle foglie di fico a coprire l’immobilismo del governo e la ormai chiara volontà a non voler risolvere i problemi della scuola.
In tutto questo “non fare”, il ministro Bianchi è riuscito nell’impresa di battere Azzolina che almeno coi famigerati banchi a rotelle qualche idea e qualche soldo aveva investito.
Il governo dei “migliori” non ha mosso un dito, non mette fondi sufficienti e il ministro dell’Istruzione esterna poco e quando lo fa lascia basiti.
Ad esempio sulle classi dice che solo il 3% ha più di 27 alunni, quindi secondo lui i pollai scolastici sarebbero un’idea fantasiosa di docenti visionari e, in ogni caso, il ministro sa cosa vuol dire stare in un’aula con 25/26/27 alunni? Aule spesso inadeguate ad accoglierli?
Credo di no, visto che lui viene dalla docenza universitaria delle aule magne, tra l’altro rimasta in DaD fino a luglio.
Sui vaccini poi, invita i ragazzi dai 12 anni in su a immunizzarsi, così “niente più mascherina” dimenticando che i vaccinati non sono “Dei Immuni” e inattaccabili ma addirittura pericolosi perchè troppo sicuri e quindi spesso disinvolti per quanto riguarda il rispetto delle regole anticovid.
Insomma, dietro la foglia di fico “green pass docenti”, il nulla. Classi pollaio intatte in ambienti nemmeno tinteggiati di fresco, fondi esigui per installare depuratori d’aria nelle aule, alunni senza obbligo di vaccino e zero interventi per la revisione dei curricola (possibile che in piena pandemia i ragazzi debbano fare ancora 30 ore settimanali in presenza?).
Insomma care colleghe e cari colleghi, il ministro punterà ancora sulla nostra ormai proverbiale pazienza. Prepariamoci ad un anno scolastico senza tregua, con classi in quarantena, mascherine fisse ffp2 ovviamente a nostro carico e finestre spalancate in pieno inverno!
In aula sembra essere saltato anche il già misero metro di distanza tra le “rime buccali”: quindi sarà un tutti dentro e, forse, in maschera.
Per quanto riguarda il contratto docenti poi…nemmeno a parlarne…siamo alla sottoscrizione dell’ennesimo patto per la scuola che serve solo a prendere tempo.
Caro ministro, illustri sindacalisti, la vita è adesso non tra un anno o chissà quando.
Buon fine agosto a tutto il personale della scuola che a settembre si ritroverà ancora una volta in trincea nell’indifferenza generale.
Dino Bocchetti
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