Ancora qualche giorno al rientro in classe di alunni, docenti e personale scolastico, in un contesto generale tutt’altro che semplice. L’impennata di contagi delle ultime settimane ha portato alla quarta ondata con numeri sempre più alti. Le Regioni si sono colorate di giallo e il mese di gennaio secondo gli esperti continuerà a essere critico. A risentirne naturalmente è anche la scuola, visto che a essere colpite sono anche le fasce più giovani della popolazione. Ne è nato uno scontro acceso tra le forze politiche al governo.
Al vaglio l’ipotesi di modifica delle regole su Dad e quarantena, in particolare per gli alunni delle elementari e della prima media, interessati da qualche settimana dalla campagna vaccinale. È probabile che si estenda anche a questi ultimi una regola che già coinvolge gli alunni più grandi, ovvero nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, l’autosorveglianza di cinque giorni e il test a 10 giorni per i vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e la quarantena di 10 giorni con Dad per i non vaccinati. Con tre contagi sarebbe invece la Asl a valutare l’eventuale sospensione delle lezioni in presenza.
Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia invece rimarrebbe la quarantena di dieci giorni con tampone con un solo caso positivo.
Ma come detto, non tutte le voci vanno in questa direzione. I sindacati (che domani, 4 gennaio, incontreranno il ministro Bianchi) ma anche la sottosegretaria Barbara Floridia non sono d’accordo con queste ipotesi, perché si andrebbero a discriminare i bambini tra Dad e presenza. Sulla stessa linea il sottosegretario Rossano Sasso che parla di “rischio di eccessive penalizzazioni con l’inasprimento dei protocolli su contagi e quarantene”.
A spingere invece per regole più rigide sono le Regioni. Ipotesi che secondo il Presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga alleggeriscono il mondo della scuola sulle regole previste e permettere una ripresa dell’anno scolastico in presenza. Decisivo sarà il Consiglio dei ministri di mercoledì 5 gennaio.
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