Vaccini nelle scuole. A proporlo Gabriele Toccafondi, di Italia Viva (IV), membro della Commissione cultura e istruzione alla Camera: “La Dad non è scuola, porta a un disastro educativo, non servono più giorni di vacanze ma più vaccini e se possibile bisogna farli anche a scuola e con il consenso dei genitori. Prolungare le vacanze significa non accorgersi dei problemi che si vengono a creare per famiglie e ragazzi. L’unica soluzione è vaccinarsi”.
“Bambini e ragazzi se hanno possibilità di vaccinarsi lo fanno di corsa come dimostrano i dati anche della Toscana, leggermente migliori del dato nazionale”.
E snocciola i numeri: “Nella fascia 12-19, su una platea di 270mila, l’81% ha fatto la prima dose, il 77% la seconda dose e quasi il 3% (più di 7mila) ha fatto anche il booster”.
“Nella fascia 5-11 anni, su una platea di 214mila, 21 mila bambini (quasi il 10%) hanno fatto la prima dose. Invece di lanciarsi in proposte di ritorno alla Dad o di allungare le vacanze natalizie, lavoriamo sui vaccini, soprattutto sulla dose di richiamo, anche portando i vaccini nelle scuole con il consenso dei genitori per i minori – ribadisce – ma salviamo la scuola in presenza“.
Le ipotesi sulle nuove misure
La fascia che tiene più in apprensione è quella tra i 5 e gli 11 anni, come dimostra il fatto che sindaci e i presidenti di Regione stiano lavorando per spingere la vaccinazione in questa fascia d’età; e che la proposta delle regioni stringe le maglie soprattutto attorno alle scuole dell’infanzia, dove si finirebbe in quarantena per sette giorni con un solo caso positivo, mentre per le elementari e la prima media la quarantena e l’interruzione della frequenza scatterebbero solo a partire da due contagiati. Nel caso di un solo positivo si attiverebbe invece l’autosorveglianza, con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing.
Per le scuole secondarie di primo grado (dai 12 anni in su) e di secondo grado, infine, lo stop alla frequenza e la quarantena si innescherebbero con un minimo di 3 casi.
L’ultima parola, ribadiscono i governatori, dovrà però essere quella del Cts che in qualche modo dovrà assumersi le proprie responsabilità indicando la via anche alle scuole.