Il primo giorno di scuola del 2022 ha confermato l’alto numero di assenze che si temevano: solo che, a sorpresa, la percentuale maggiore di defezioni non sembra risultare tra gli alunni, ma tra gli insegnanti. A marcare visita sarebbero stati circa il 15% degli allievi e ben il 20% di docenti e Ata: le stime giungono dalla Flc-Cgil e sono poi confermate da quelle emesse da varie istituzioni di alcuni singoli territori.
Si tratta di numeri superiori alle aspettative: nei giorni scorsi si stimavano infatti quasi 300mila positivi tra gli alunni e 20mila contagiati, con il leader dell’Anp, Antonello Giannelli, che ha parlato di 100mila possibili lavoratori assenti al rientro dalle festività natalizie; se le proiezioni della Flc-Cgil dovessero essere confermate, staremmo a parlare (considerando però anche i malati non di Covid e tra il personale anche chi non è vaccinato) di almeno un milione di alunni e più di 200mila tra docenti e Ata.
Considerando che il “picco” dei contagi da Coronavirus è atteso a fine mese e che con il ritorno a scuola i casi di positività per la maggior parte dei virologi sono destinati crescere, c’è poco da stare tranquilli.
In serata, nel corso della conferenza stampa organizzata dallo staff del premier, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha diramato numeri più bassi: “i docenti assenti perché positivi o in quarantena sono il 6%, gli studenti il 4,5%”.
“Stiamo controllando la situazione perché abbiamo operato con attenzione, non siamo stati fermi” mentre i docenti sospesi perché non vaccinati sono lo 0,72%, ha sottolineato il ministro.
In ogni caso, “le notizie che ci vengono dalle scuole – fa sapere il sindacato della Conoscenza della Cgil – non sono affatto tranquillizzanti. Il 15 % degli alunni e il 20% del personale assenti – dati che raccogliamo empiricamente con i nostri contatti sui posti di lavoro – parlano di una realtà che difficilmente può dirsi di normalità”.
In questo stato, considerando anche l’impossibilità per le scuole di nominare i supplenti dal primo giorno di assenza, come ha ricordato il presidente Ancodis, Rosolino Cicero, ai microfoni della Tecnica della Scuola, il servizio scolastico si trova sicuramente in difficoltà, tanto da costringere le scuole a cercare supplenti dell’ultima ora o a ridurre le ore di lezione.
“Le scuole medesime, in assenza di personale, riducono il servizio e vengono costrette a mandare all’aria ogni seria programmazione”, conferma la stessa Cgil.
“Si giunge perfino – scrive il sindacato guidato da Francesco Sinopoli – alle inaccettabili scelte demagogiche come quelle del Presidente della Regione Puglia che ha invitato le famiglie a denunciare i dirigenti scolastici che, seguendo la legge, non accettano di far svolgere la didattica a distanza, qualora le famiglie medesime (contro la legge) la chiedano, e a promettere loro in questo caso appoggio giudiziario davanti al TAR pugliese”.
“Per assumere le giuste decisioni andrebbero presi in considerazione i dati reali che il Ministero dovrebbe rendere noti”. Di questi dati, al momento, però non c’è traccia.
“Chiudere gli occhi di fronte a tutto ciò, andare avanti come se nulla fosse e negare la DaD (da adottare naturalmente per un tempo che sia il più limitato possibile) per scelta ideologica porta a sbattere contro la realtà”, conclude la Flc-Cgil.
Leggermente più basso risulta la percentuale dell’Anp: il suo presidente nazionale, Antonello Giannelli, ha detto all’Ansa che “dopo aver avuto contatti con un certo numero di scuole e dirigenti, direi che oggi è stata confermata la stima del 10% di assenze tra prof e personale Ata. E la percentuale è la stessa tra gli studenti“.
Certo, ha aggiunto Giannelli, si parla sempre di “stime” e non dati reali, ma è un dato di fatto che “c’è un certo numero di classi già in Dad”. E conferma le “difficoltà nel trovare supplenti” dei prof assenti, in particolare quando questi ultimi siano “sospesi”.
Inoltre, “il personale sospeso può rientrare appena si vaccina e i supplenti tendono a non accettare incarichi di cui non si conosce la durata minima”, ha concluso il numero uno Anp.
Anche l’Osservatorio sindacale Anief sulle scuole italiane sostiene che sono “migliaia le classi che oggi, 10 gennaio, hanno ripreso le lezioni nella modalità della didattica a distanza”.
“Lo sapevamo. Lo sospettavamo”, commenta Marcello Pacifico, presidente del sindacato nato a Palermo: la situazione che si è venuta a delineare nelle scuole da oggi è critica, continua il presidente Anief, che vorrebbe la DaD per tutti almeno sino a fine mese, “perché la differenziazione comporta discriminazione tra gli alunni di diversi Comuni e regioni d’Italia. Ma anche, fra alunni vaccinati e non, in base alle regole sulle quarantene” introdotte con il Decreto Legge approvato dal CdM lo scorso 5 febbraio.
Dai territori giungono ulteriori conferme. Ad iniziare da Firenze e provincia, dove, sempre secondo la Cgil, “si registra una media di 4-5 alunni assenti per classe”, con “numerosi studenti a casa, per positività o contatto stretto, che seguono le lezioni tramite la didattica a distanza”.
Mentre, sempre nel territorio fiorentino, “è circa il 10% il personale scolastico in isolamento o quarantena, ma risultano anche situazioni con numeri ancora più alti” e “in particolare, nelle scuole primarie e secondarie”, tanto che questo “ha comportato la riduzione o la riorganizzazione degli orari”.
Molti assenti anche a La Spezia e provincia: su 2.800 docenti al lavoro, ne erano assenti circa 350. Tra gli alunni, le assenze al rientro in classe oscillavano tra il 10 e il 20% a seconda delle scuole.
L’incidenza maggiore nelle scuole dell’infanzia. In alcuni casi la situazione è stata risolta con l’attivazione delle supplenze, laddove è stato possibile visti i tempi stretti. Alcune scuole primarie, in accordo con i sindaci, hanno ridotto il tempo pieno accorciando o eliminando il pomeriggio.
Alcuni disagi si sono subiti anche in diverse decine di sezioni dei nidi e delle dell’infanzia milanesi, con uscita anticipata alle 13.30-14.00 per via delle assenze tra gli educatori.
“Ne mancano oltre 700 su 3.200 in organico”, si legge in una nota di Palazzo Marino.
Secondo il Dipartimento dell’istruzione e cultura della Provincia di Trento, nella provincia trentina sono 5.000 gli studenti, il 7% del totale, che non si sono presentati in classe perché contagiati dal Covid oppure perché entrati in contatto con persone positive al virus: circa due terzi dei giovani assenti risulta contagiato, mentre il restante terzo è entrato in contatto con un positivo al Covid.
Mancavano all’appello anche 600 docenti, pari al 9% del totale, e una cifra compresa tra il 9 e il 10% del personale tecnico, amministrativo e ausiliario. Tra il personale scolastico, pari a circa 10.000 persone, sono stati sospesi in circa 200 per non aver assolto all’obbligo vaccinale.
“Ora bisognerà capire come la situazione evolverà, anche in relazione alle classi che entreranno in quarantena nei giorni a venire”, ha detto all’Ansa il dirigente generale del dipartimento, Roberto Ceccato.
Non è facile parlare di Franco Ferrarotti, morto a Roma nella giornata odierna, all’età di…
La FLC CGIL dà notizia della conclusione del confronto tra Ministero e OO.SS. relativo al…
Mercoledì 13 novembre nell'Auditorium del Goethe-Institut di Roma si è tenuta la tredicesima edizione della…
Come è noto Anief ha proclamato un nuovo sciopero della scuola per il prossimo venerdì 15 novembre, al…
Tre giorni di assenza giustificata al mese e interrogazioni e compiti in classe adattate al…
Nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri del 12 giugno, il Governo ha dato…