A soli 40 giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, l’organico dei docenti risulta decisamente inadeguato: perché è vero che livello nazionale il totale è rimasto invariato, ma vi sono Regioni dove, anziché integrarlo per accogliere in nuovi spazi 70 mila classi aggiuntive almeno un milione di alunni, il numero di insegnanti si è ridotto per via dei cali demografici. A metterlo in evidenza è stata Cristina Grieco, coordinatrice della scuola per le Regioni.
“Sui test al personale della scuola – ha detto Grieco all’Ansa – non ci sono difficoltà particolari: il commissario Domenico Arcuri ha garantito la copertura economica da parte dello Stato e il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini ha chiesto un tavolo per l’organizzazione complessiva, dal momento che i numeri sono alti e vogliamo evitare che ci siano disagi all’ inizio dell’anno scolastico. Piuttosto, quel che mi preoccupa sono gli organici dei docenti”.
L’assessore Grieco, che il 14 luglio ha partecipato al tavolo Governo-Regioni per l’organizzazione dei test sierologici, ha ricordato che il concorso straordinario per i docenti non si terrà in tempo utile per le immissioni in ruolo di questa estate ed anche se si “definirà lo status giuridico dei prof”, alla fine questo non inciderà sulle cattedre da assegnare con l’inizio del nuovo anno scolastico che necessita di un numero maggiorato di insegnanti.
Inoltre, le Regioni chiedevano il reintegro di 1.090 posti che sono stati spostati sul sostegno, togliendoli dai posti comuni.
“In Toscana, ad esempio, abbiamo 118 docenti in meno. Paradossalmente, nell’anno in cui servivano più docenti abbiamo un organico più ridotto. Su questo punto dal ministero una risposta non l’abbiamo avuta”, ha concluso Grieco.
La necessità di implementare le cattedre rimane però legata all’individuazione di nuovi spazi. Su questo punto, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha detto che nessuno ha intenzione di “smembrare le classi”, ma è “chiaro però che classi da 30-35 alunni sono troppo numerose”.
Per questo, “stiamo lavorando per adeguare al meglio gli spazi già esistenti: ad esempio se ci sono aule inagibili” da ripristinare oppure “stiamo guardando ad edifici dismessi e ad altri locali”.
In linea con quanto espresso più volte dalla viceministra Anna Ascani (Pd), anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha detto – a Tv 2000- che “la scuola si può fare anche fuori dagli edifici scolastici in cinema, teatri, musei”.
La titolare del MI ha anche aggiunto che “gli arredi ci aiuteranno tanto: pensare a banchi singoli rispetto ai banchi enormi e vetusti, ci permetteranno di acquistare spazio”.
“L’igiene – ha aggiunto Azzolina – è fondamentale, le scuole a causa dei tagli in questi anni spesso non hanno avuto neppure il sapone”.
La ministra ha tenuto a dire che fino alle scuole medie (comprese) non si faranno lezioni a distanza, come invece accaduto negli ultimi tre mesi dell’anno scolastico passato: “la didattica on line non riguarderà i bambini: abbiamo pensato ad una didattica digitale complementare solo per gli studenti dai 14 ai 18 anni”.
“Questi ragazzi – ha continuato – avranno la possibilità anche di una didattica innovativa ma la didattica sarà per tutti in presenza. Per settembre mi sento di rassicurare i genitori, l’obiettivo è per riportare tutti a scuola, stiamo lavorando notte e giorno per questo obiettivo”.
Sulle date di inizio del nuovo anno, Lucia Azzolina ha aggiunto che “la scuola riprenderà il 1° settembre per tutti gli studenti che hanno recuperi da fare o potenziare gli apprendimenti, poi dal 14 si rientrerà tutti a scuola”.
“Abbiamo lavorato seguendo il principio di prudenza e sulla base dei documenti sappiamo che dobbiamo mantenere il metro di distanza statico tra studente e studente mentre se facciamo riferimento alla distanza tra cattedra e banchi la distanza è di due metri. Stiamo lavorando con tutti gli attori all’interno dei tavoli regionali per una scuola in presenza e sicurezza”.
Dalla titolare del ministero bianco di Viale Trastevere, nessun riferimento, però, è stato fatto all’incremento di organico: siamo fermi, quindi, ai 50 mila docenti e Ata indicati alcuni giorni fa dalla stessa ministra Lucia Azzolina e il premier Giuseppe Conte. Ne servirebbe non meno di 120 mila.
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