Anche alla Camera, durante il question time del 13 gennaio, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha dunque ribadito il concetto: la scuola è un luogo sicuro, non possiamo permetterci di tenere gli studenti a casa. Rispondendo all’on. Gianluca Vacca, la titolare del MI si è detta allarmata perché “già prima della pandemia destava preoccupazione il tasso di dispersione scolastica nel nostro Paese. Oggi aumentano i segnali di allarme sociale e mi riferisco al fenomeno dei Neet e dell’analfabetismo funzionale”.
“Anche per questo mi batto per il rientro a scuola in presenza il prima possibile: senza scuola non c’è crescita; si accentua sempre più l’abbandono scolastico; aumentano le forme di disuguaglianza e di divario che è nostro preciso dovere contrastare”.
“Arretrare sulla scuola significa rinunciare ad un pezzo significativo del nostro avvenire. Come Governo non lo abbiamo fatto nei mesi scorsi e non lo faremo neanche adesso, perché se verrà meno l’apporto di giovani preparati, il nostro Paese rischierà una perdita di sviluppo umano ed economico incalcolabile”.
Dunque, per la numero uno del dicastero bianco di Viale Trastevere, la riapertura della scuola in presenza non può essere rimandata: “bisogna agire subito“.
“Per questo – ha continuato -, oltre alle risorse da ultimo stanziate nel “decreto ristori” e nella recente legge di bilancio per il miglioramento formativo e didattico, chiederò “ulteriori ristori formativi” per potenziare gli strumenti ricordati e per realizzare, anche con riferimento al primo ciclo di istruzione, iniziative di integrazione, recupero e sostegno degli apprendimenti, finalizzate alla riduzione del gap formativo derivante dal prolungato ricorso all’attività didattica a distanza”.
La parola d’ordine, quindi, non cambia: il Governo e il Ministero hanno messo a disposizione i mezzi per il ritorno in classe e il ripristino delle lezioni in presenza.
“Decideranno le Regioni quando riaprire: io come governo ho messo in essere tutto quello che era necessario per far ripartire la scuola, abbiamo lavorato su mezzi pubblici, igienizzanti, mascherine”, aveva detto sempre Lucia Azzolina qualche ora prima, durante un intervento in Tv, commentando il rientro diversificato e ancora incerto in diversi territori.
E mentre la maggioranza di governo rischia di sprofondare in una pericolosa crisi, l’ultima parola rimane passa alle Regioni. Cosa che non sembra avvenire altrove. Ci sono Paesi dove le scuole non hanno mai chiuso. Anche in Portogallo, dove il consiglio dei ministri straordinario ha stabilito che da venerdì prossimo, il 15 gennaio, tornerà il lockdown, sempre per contenere il Covid-19. Il primo ministro Antonio Costa ha infatti annunciato che le nuove restrizioni saranno “essenzialmente” uguali a quelle imposte a marzo e aprile scorsi, ma questa volta le scuole resteranno aperte.
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