Sul ritorno scuola delle scuole superiori potrebbe tornare tutto in discussione: quando gli elementi a disposizione facevono pensare alla ripresa delle lezioni in presenza non prima del 7 gennaio prossimo – ipotesi confutata pure dal parere della Commissione europea che si appresta a chiedere di allungare le vacanze natalizie o proseguire la DaD anche dopo la fine delle festività di inizio 2021 –, dal Governo è rispuntata la volontà di anticipare la ripresa delle lezioni tradizionali una decina di giorni prima del Natale. L’ipotesi è tutta da verificare, è chiaro, ma è stata messa sul tavolo. A presentarla è stato direttamente il premier Giuseppe Conte, che nel corso di un ulteriore incontro con i capigruppo di maggioranza, svolto il 1° dicembre, ha chiesto il parere dei presenti su una eventuale ripresa delle superiori fissata per lunedì 14.
La richiesta è giunta nel corso della riunione sul nuovo imminente Dpcm: il premier, è stato spiegato, lo ha fatto “per dare un segnale”.
Si tratterebbe di porre fine alla didattica a distanza nelle aree gialle dalla metà del mese.
Il presidente del Consiglio avrebbe anche precisato che l’ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Comitato tecnico scientifico.
La risposta del Cts, tuttavia, appare quasi scontata, considerando che nella stessa giornata il suo coordinatore Agostino Miozzo in un intervento RaiNews 24 ha dichiarato: “Il Cts non ha mai sostenuto la necessità di chiudere le scuole” e che “è più facile che uno studente risulti contagiato da Covid-19 se non frequenta la scuola e fa didattica a distanza piuttosto che il contrario; il rischio è molto sbilanciato e quindi i ragazzi è meglio mandarli in aula”.
Ancora di più ora che il ministero dell’Istruzione ha chiesto l’intervento dei prefetti per gestire i trasporti utili e portare gli studenti in classe.
Alla proposta del presidente del Consiglio di accelerare per il rientro in classe di due milioni e 600 mila studenti delle scuole superiori, i capigruppo avrebbero reagito in modo difforme: Italia Viva ha immediatamente confermato la sua posizione favorevole, come del resto asserito dal suo leader Matteo Renzi da mesi. L’assenso dei renziani rimane comunque legato ai trasporti adeguati: “il nodo è quello”, hanno detto.
Altri partiti della maggioranza, in particolare Pd e LeU, si sarebbero invece espressi contro, confermando anche la linea attendista di alcuni ministri del loro colore, a partire da Roberto Speranza a capo del dicastero della Salute.
Non si hanno notizie, al momento, di cosa avrebbe detto il M5S, ma considerando quanto espresso nei giorni scorsi e la posizione favorevole sul tema della ministra Lucia Azzolina, è molto probabile che abbia dato il suo assenso.
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