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Rientro superiori, il Lazio fa registrare più focolai, passa da giallo ad arancione ma gli studenti tornano in classe: la Liguria dice no

Sul ritorno scuola in presenza degli studenti delle superiori non vi sono più certezze: venerdì 15 gennaio, sulla base dei dati tendenziali sui contagi forniti dell’Istituto superiore di Sanità, con un numero di nuovi contagi sopra i 16 mila casi e ben 477 decessi, le Regioni hanno preso decisioni contrapposte. Vale per tutti il caso del Lazio e della Liguria. Entrambe sono passate dall’area “gialla” a quella “arancione” (assieme ad altre sette Regioni); entrambe hanno numeri sui contagi simili, ma soprattutto fanno registrare un indice Rt analogo (in Liguria è pari a 1,15, nel Lazio a 1,1). Le decisioni delle giunte regionali, però, sono diverse: il Lazio farà tornare gli studenti negli istituti superiori (al 50%), mentre in Liguria la DaD permane al 100% posticipando il rientro in presenza al 25 gennaio.

Le ragioni della Liguria

“Abbiamo deciso, consultandoci con la nostra task force sanitaria, di andare avanti con la didattica a distanza per le scuole superiori ancora per una settimana, proprio per mantenere in calo” i parametri del contagio in Liguria, ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti annunciando la novità. Intanto la regione registra 254 nuovi casi di Covid in Liguria a fronte di 3.985 tamponi molecolari (2243 i test antigenici rapidi). La percentuale del rapporto tamponi molecolari – positivi è del 6,37% era del 7,39%. Ci sono anche 10 decessi e 16 malati in meno negli ospedali.

Le ragioni del Lazio

Nel Lazio alcuni dati sono addirittura più alti, con i casi in riduzione, ma i focolai in aumento. “Il valore Rt è a 1.1 con incidenza a 14 giorni pari a 374 per 100 mila abitanti”, ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.

“Il trend settimanale vede focolai in aumento e i casi in lieve diminuzione – prosegue D’Amato -. La situazione richiede la massima cautela e attenzione. La zona arancione era prevista”.

Nell’ultima giornata, su oltre 12 mila tamponi nella regione Lazio (-1.873 rispetto a ieri) e oltre 16 mila antigenici per un totale di oltre 28 mila test, si registrano 1.394 casi positivi (-422), 36 decessi (-11) e +1.583 i guariti. Diminuiscono i casi, i decessi e i ricoveri, mentre aumentano le terapie intensive.

“La Regione Lazio, come più volte ribadito in questi giorni, da lunedì 18 gennaio sull’apertura delle scuole secondarie si atterrà alla normativa nazionale”, ha comunicato la stessa Regione Lazio in una nota nella quale smentisce una fake news “in merito ad un ipotetico posticipo dell’apertura in presenza degli Istituti secondari della Regione”.

Il quadro generale

Complessivamente dovrebbero essere 640 mila gli studenti delle superiori che lunedì 18 gennaio (50% in presenza e altrettanti con la Dad), alternandosi al 50% in classe fino ad un massimo del 75%, così come previsto dall’ultimo Dpcm, torneranno in classe. Si tratta di quattro Regioni: 256 mila nel Lazio, 13 mila in Molise, 197 mila in Emilia Romagna, 176 mila in Piemonte.

Assieme agli studenti della Liguria, rimarranno a svolgere la didattica a distanza al 100% gli allievi delle superiori anche Friuli Venezia Giulia (fino al 31 gennaio), Veneto (sempre sino al 31 gennaio), Marche (sino a fine mese), Umbria (fino al 23 gennaio), Campania (25 gennaio), Basilicata (in DaD fino al Basilicata (1° febbraio), Calabria (fino al 31 gennaio) e Sardegna, dove gli studenti delle superiori non rientreranno in classe prima del 1° febbraio.

Sul Friuli la sentenza del Tar

Sul Friuli Venezia Giulia, però, in serata si registra l’accoglimento da parte del Tar del ricorso presentato da genitori di studenti delle superiori e ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del 4 gennaio scorso del Governatore Massimiliano Fedriga che disponeva la chiusura delle scuole secondarie di secondo grado – con attività solo in didattica a distanza – fino alla fine del mese.

Il ricorso scaturiva dai problemi sull’efficacia dell’azione didattica a distanza, sottolineando il divario tra le apparecchiature in possesso tra gli studenti e le conseguenze sulla salute psico-fisica dei ragazzi,

La Puglia rimane in DaD al 100%

All’ultimo momento, si è aggiunta anche la Puglia. “Verrà prorogata l’attuale didattica digitale integrata al 100% nelle scuole secondarie di secondo grado per almeno un’altra settimana, in modo da contenere ulteriormente la curva dei contagi”, ha detto Michele Emiliano con riferimento alla prossima ordinanza sulla scuola che sarà emanata nelle prossime ore.

“Per le scuole primarie e secondarie di primo grado si manterrà come sempre un sistema che consenta alle famiglie che non desiderano la didattica in presenza di ottenere la didattica digitale integrata senza essere obbligati alla presenza”.

Nessuna possibilità di scelta, invece, in Lombardia e Sicilia, che nelle prossime ore passeranno da zone “arancioni” a “rosse”: da lunedì prossimo saranno obbligatoriamente con la DaD totale.

Alessandro Giuliani

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