Il ministero dell’Istruzione vuole vederci chiaro sui quattro ragazzi con disabilità grave le cui famiglie non avrebbero trovato disponibilità, da parte di diversi istituti pubblici superiori della capitale, alla loro iscrizione al primo anno: il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, appena rientrato in Europa dal G7 svoltosi questo fine settimana in Giappone, ha infatti disposto un’ispezione immediata negli istituti coinvolti, per fare luce sulle cause che hanno portato all’esclusione dei quattro studenti.
Il ministro: un quadro allarmante
“Se confermato – ha affermato il ministro del dicastero bianco – il racconto dei genitori descriverebbe un quadro allarmante. Interverremo rapidamente per fare piena chiarezza su questa vicenda ed effettuare tutte le verifiche necessarie rispetto a una questione così importante e delicata, che merita la massima attenzione”.
Intanto, sulla mancata accettazione degli studenti con disabilità sembra che abbiano avuto un peso importante le carenze strutturali degli istituti.
Secondo il parlamentare Pd Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali e componente della segreteria, si tratta di “una circostanza gravissima” e per questo ha presentato “un’interrogazione a Valditara“.
“I nostri figli hanno diritto a studiare”
“Non mi sarei mai aspettata che di vivere una situazione simile – ha detto all’Ansa una delle madri dei ragazzi con disabilità – è stata un’odissea. Abbiamo contattato 12-13 licei ma alla fine sono stata costretta a iscrivere mio figlio in una scuola paritaria. Il ministero faccia qualcosa”.
La donna ha spiegato che dopo il rifiuto da parte di un istituto agrario della capatale, malgrado anche l’intervento dell’Usr laziale, del figlio, come degli altri tre con disabilità, “si è preoccupata anche la dirigente scolastica dell’istituto dove sono tutt’ora iscritti i quattro i giovani.
“Perché li dovete iscrivere in queste scuole… una scuola vale l’altra se non sono in grado di fare grandi cose'”, avrebbe detto un’insegnante di sostegno delle scuole a cui era stata chiesta l’iscrizione.
La donna, a quel punto, ha rivolto un appello al ministero dell’Istruzione e del Merito “perché questo non accada più, affinché si applichi la precedenza – in teoria già data dalla legge 104 – per le iscrizioni di questi ragazzi. I nostri figli hanno diritto a studiare. Per questo, però, servono risorse maggiori per gli insegnanti sostegno. E dei fondi per far sì che le scuole prevedano laboratori e attività idonee“.