Riflessioni di un’assemblea scolastica su #riformabuonascuola

L’assemblea dei lavoratori dell’Isis ”Gobetti-Volta”, riunitasi il giorno 25 marzo 2015 per analizzare il D.d.L sulla scuola, è giunta alle seguenti conclusioni.

La prima osservazione riguarda il metodo, a dir poco disinvolto, seguito dal Governo, prima con il documento “La buona scuola”, adesso con il D.d.L., entrambi elaborati senza alcun coinvolgimento del personale scolastico e delle rappresentanze sindacali. Le conseguenze di questo atteggiamento sono evidenti: l’attuale D.d.L, se da una parte corregge alcune scelte del primo progetto (come l’abolizione degli scatti d’anzianità), che avevano suscitato la reazione indignata di lavoratori e sindacati, dall’altra introduce nuove e più gravi storture, che non sono certamente frutto della consultazione on-line che aveva accompagnato il documento “La buona scuola”.

Tra l’altro, tale metodo ha prodotto un assurdo balletto di proposte su un tema delicato come l’assunzione dei precari, con scarso rispetto verso i diritti dei soggetti più deboli, dei tanti aspiranti insegnanti che si sono visti prima inclusi e poi esclusi dal piano di assunzioni.

Entrando più nel dettaglio e analizzando il merito del D.d.L, l’assemblea ritiene senz’altro positivo il passo indietro compiuto dall’Esecutivo sugli scatti d’anzianità. Tuttavia, questo scampato pericolo, che evita un ulteriore impoverimento della categoria, non serve a fare crescere i salari e a restituire dignità professionale e sociale a tutto il personale della scuola: un punto, questo, fondamentale e da cui deve necessariamente partire chi voglia costruire davvero, nei fatti, una buona scuola.

A tal proposito l’Assemblea del Gobetti-Volta chiede – assieme al ripristino dell’annualità ancora bloccata e al ritiro di qualunque ipotesi di ulteriore blocco degli scatti – il rinnovo, ormai non più rinviabile, di un Contratto nazionale da troppo tempo scaduto.

Venendo poi ai contenuti che maggiormente preoccupano del presente D.d.L., l’assemblea considera inaccettabili in particolare i punti di seguito elencati.

 

● L’adozione di un criterio troppo rigido per le nuove assunzioni, con il quale si tagliano fuori dall’insegnamento migliaia di docenti, anche persone che da anni lavorano nella scuola, in possesso di abilitazione e con un tirocinio alle spalle.

● Il triste destino lavorativo che si prospetta per i nuovi assunti, i quali diventano ostaggi di un Dirigente-padrone, che li sceglie e dal quale dipende il rinnovo del loro contratto triennale in quell’istituto.

● L’idea di premiare solamente coloro che risultano graditi al Dirigente scolastico, con risorse che – tra l’altro- risultano ben poca cosa, se paragonate ai roboanti proclami sul merito quale strada maestra per innalzare la retribuzione.

● L’assenza di qualunque menzione nel D.d.L. del personale Ata, come se il progetto di una scuola che offra più servizi, aprendosi al territorio e alle esigenze dell’utenza (vedi le aperture pomeridiane) e diventando sempre più inclusiva e accogliente (ad esempio, verso i diversamente abili), potesse realizzarsi facendo a meno dell’apporto di questo personale o, peggio ancora, come se la prospettiva fosse ormai solo quella dell’esternalizzazione dei servizi.

● Lo svilimento del collegio dei docenti, il quale di fatto non ha più potere decisionale sull’offerta formativa della scuola, poiché viene solo consultato dal dirigente scolastico e sostituito da questi nella elaborazione di un Piano triennale dell’offerta formativa, quasi che il dirigente potesse da solo supplire, alle conoscenze, alle competenze pedagogiche, all’esperienza didattica di tutti i docenti della scuola.

● Lo svuotamento della contrattazione d’istituto, resa inutile dal fatto che solo il dirigente decide a chi e in che misura assegnare le risorse attribuite all’istituto.

● Il potere assoluto assegnato al dirigente scolastico. Si tratta del punto centrale dell’intero D.d.L, quello da cui traggono origine quasi tutti i problemi sopra elencati.

 

Il dirigente scolastico acquisisce con questo disegno di legge un potere abnorme: per fare alcuni esempi, egli elabora ogni tre anni un Piano dell’offerta formativa della scuola e programma le risorse di cui ha necessità per realizzare tale piano; assume i docenti che preferisce scegliendoli da un albo apposito e può non rinnovare il loro contratto alla scadenza dei tre anni; decide quali docenti siano meritevoli, assegnando loro degli aumenti di stipendio.

La domanda più importante che sorge di fronte a questo allucinante progetto è la seguente:

che fine farà la libertà di insegnamento in una scuola così concepita?

Sicuramente sarà impresa ardua per un docente esercitare il suo lavoro liberamente, con professionalità e coscienza, libero dai condizionamenti di dirigenza, famiglie, sponsor della scuola, sia che si tratti di un docente assunto per tre anni, con la prospettiva di un contratto a termine in quella scuola, sia nel caso di un docente desideroso di vedere riconosciuto il valore del suo lavoro, visto che questo riconoscimento potrà avvenire solo grazie all’insindacabile giudizio del dirigente.

Stando così le cose, l’Assemblea sindacale chiede con forza al Parlamento di modificare radicalmente l’impianto di fondo del provvedimento, accogliendo le richieste che provengono dai lavoratori della scuola e dalle organizzazioni che li rappresentano.

 

L’assemblea dei lavoratori dell’Istituto “Gobetti-Volta” di Bagno a Ripoli (FI)

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