Riflessioni e proposta di una docente neo pensionata

Dal 1° settembre sono in pensione, grazie ai miei 42 anni e 4 mesi di servizio e i 63 anni di età.

Posso affermare subito, anche se è passato solo qualche giorno, che non sono pentita perché già da qualche anno sarei voluta “scappare” da una Scuola che, secondo me, è in declino.

Ormai, oggi più di ieri, è un susseguirsi di leggi, leggine, decreti, circolari che servono a fare confondere le idee e, spesso, non danno né uniformità né coerenza né stabilità. I cambiamenti che i docenti hanno vissuto in questi ultimi quarant’anni sono stati proprio tanti e non necessariamente direttamente proporzionali ai cambiamenti di società e utenza! E senza che venisse adeguatamente rivalutata un’intera categoria che, forse, oggi più di ieri meriterebbe di avere riconosciute competenze, professionalità, serietà e tant’altro anche in termini economici invece di essere sottopagata in maniera così evidente e mortificante.

Ma queste sono riflessioni personali alle quali fanno seguito altrettante personalissime sensazioni. Fra l’altro, sono ben contenta di sentirmi “libera” di potere gestire “tempi, modi e azioni della mia vita senza condizionamenti”, anche se devo ancora dare una risposta alla domanda “Che farò nel tempo libero?” e anche se ritengo che, in condizioni diverse, avrei potuto svolgere attività lavorativa per altri due anni.

Partendo da quest’ultima riflessione, mi sono ricordata che:

  1. Esiste una norma, mai attuata, in base alla quale la “Prevenzione dello Stress Lavoro Correlato (SLC) a scuola è obbligatorio dal 1° Gennaio 2011 (D.L.81/08)
  2. In settori o aziende diverse dalla Scuola è previsto, a domanda e secondo criteri stabiliti che tengono conto dell’anzianità di servizio, il recupero psico-fisico del lavoratore per un periodo di tempo stabilito (6 mesi/un anno) con l’utilizzazione dello stesso in altri compiti/mansioni.

Continuando a riflettere e a pensare ho elaborato la seguente proposta, che riporto di seguito, da avanzare agli organi competenti:

  1. Prevedere il recupero psico–fisico dei docenti: dare la possibilità  ad un’aliquota debitamente quantificata di docenti con almeno venti anni di servizio, che ne facciano richiesta, di essere utilizzati in altri compiti (si potrebbe prevedere anche un distacco amministrativo) per un anno scolastico. La graduatoria sarebbe stilata sulla base degli anni di servizio e, a parità, dalla maggiore età anagrafica.
  2. Prevedere, per chi ne faccia richiesta, l’utilizzazione in altri compiti fino alla pensione (che non dovrebbe superare i 65 anni di età) a partire dai 57 anni di età per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e dai 60 anni di età per gli altri ordini di scuola. La graduatoria sarebbe stilata sulla base della somma dell’età anagrafica e degli anni di servizio.

I docenti utilizzati in altri compiti dovrebbero essere sostituiti dai colleghi precari nel primo caso e da immessi in ruolo nel secondo.

I lettori ci scrivono

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