Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto oggi, 14 novembre, al seminario “Lo sviluppo della Filiera professionale e il modello 4+2”. L’evento, sulle politiche della formazione professionale e del lavoro, si è svolto a Palazzo Giustiniani a Roma.
Ecco l’intervento integrale di Valditara: “Parto da una riflessione culturale. Parto dalla considerazione della centralità della persona, della bellezza delle differenze, dalla necessità di dare ad ogni giovane una opportunità. La psicologia ha chiarito la pluralità delle intelligenze. Ogni persona ha una pari dignità e c’è una pluralità di intelligenze”.
“Dobbiamo immaginare il compito della Repubblica quello di valorizzare i talenti di ciascuno per consentire a tutti di realizzarsi. Partendo da questa riflessione, ho voluto integrare pienamente la formazione professionale del sistema. Per la prima volta da essa si può accedere alla maturità e all’Università direttamente e quindi si può competere su basi paritarie nei confronti dell’istruzione professionale statale. Parlerei di cooperazione e sviluppo della personalità di ogni giovane”.
“Il campus è destinato a raccogliere le varie competenze ed esperienze. Dobbiamo avere il coraggio di rompere la mentalità radicata per cui l’impresa è vista come qualcosa di distante e oppositivo al mondo della cultura e della scuola. Questa mentalità è diffusa nel campo della scuola e ritengo che sia un errore. Se vogliamo garantire ai giovani prospettive occupazionali certe, rapide e ben retribuite non possiamo non tener conto delle esigenze dell’impresa e sviluppare un percorso formativo coerente con esse per non dare vita al mismatch”.
“Ormai è noto il dato di Unioncamere, secondo cui nel 2027 il 47% delle domande di lavoro non verrà soddisfatto perché il sistema scolastico non è in grado di offrire competenze corrispondenti. Si è anche calcolato il danno al sistema Italia di mancata crescita del Pil pari a 35 miliardi. Noi non offriamo ai nostri giovani delle adeguate prospettive occupazionali, coerenti con i loro talenti e sogni, e non rendiamo competitivo il sistema delle imprese. Una politica intelligente che guarda al futuro deve affrontare queste questioni. Questo abbiamo cercato di fare con il 4+2, che si caratterizza per la filiera, puntando su una didattica innovativa, su un rapporto stretto con il mondo dell’impresa, su laboratori”.
“La scuola deve essere il campo non solo della didattica ma anche della ricerca e dell’innovazione. L’istruzione tecnico professionale non deve più essere considerata un percorso formativo di serie B. Ho voluto anche nelle linee guida dell’Educazione Civica ribadire la centralità del lavoro. Il lavoro è un grande valore costituzionale che deve essere insegnato fin dalla primaria. La scuola ha due finalità: insegnare la libertà con la cultura e la cultura del lavoro. In Italia qualcuno si scandalizza quando dico che ci vuole un legame tra scuola e impresa. Dobbiamo lavorare sempre più nella direzione di un rafforzamento di questo legame”.
“L’alternanza scuola lavoro è importante. Il 4+2 non dimentica la formazione culturale, abbiamo preso atto degli elementi di negatività rispetto al liceo. Abbiamo deciso di rafforzare infatti italiano, matematica e inglese. Viene previsto che un imprenditore o un manager possa insegnare al pari di un docente di italiano o di matematica laddove manchino specializzazione, o sia necessario ammodernare la didattica. Molto importante è il discorso di una diffusione di questo sistema. I dati testimoniano che stanno raddoppiando le iscrizioni. Dobbiamo far capire a famiglie e giovani che questo è un percorso che permette di trovare lavoro ben retribuito, certo, in tempi rapidi. La nostra scuola è molto cambiata. Nei professionali ci sono eccellenze. Abbiamo creato le premesse giuste per creare la riduzione di quel gap”.
“Manderò una lettera alle famiglie dei ragazzi di terza media per spiegargli le alternative affinché facciano scelte consapevoli. Stiamo riunendo l’Italia. Dobbiamo lavorare insieme con le Regioni, le imprese, la formazione privata. L’interesse deve essere verso la persona dello studente, che deve essere sempre al centro”.
Il disegno di legge sull’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale, già approvato dal Senato, è stato approvato anche alla Camera ed è diventato legge lo scorso 1° agosto. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale è avvenuta fine agosto. Ecco cosa provede la nuova legge.
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