Scrima (Cisl Scuola): una brutta legge, una pessima giornata per la scuola
“E’ una brutta legge quella approvata oggi dal Parlamento, che non risolve ma aumenta i problemi della scuola, ridotta ancora una volta a pretesto per giochi politici fini a sé stessi. Il nostro giudizio è pesante sia per i contenuti del provvedimento, sia per il modo in cui è stato gestito il percorso che ha condotto alla sua approvazione”. Lo dichiara Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola dopo l’approvazione alla Camera della riforma di Renzi.
“Il governo – continua Scrima – si assume la grave responsabilità del mancato confronto col mondo della scuola, di cui ha voluto trascurare irragionevolmente il grande patrimonio di idee, competenze, esperienze, professionalità. Sono queste le energie su cui può contare ogni giorno il nostro sistema formativo e che da sempre ne sostengono i più qualificati processi di innovazione.
“La proposta di Renzi – prosegue Scrima – rischia di rivelarsi un clamoroso bluff: numeri che risultano in gran parte inconsistenti, mentre non lo sono, purtroppo, quelli dei 4.000 posti che la scuola avrà in meno – 2000 docenti, 2000 unità di personale amministrativo e ausiliario – il prossimo settembre.
“Per queste ragioni – conclude il segretario Cisl Scuola – la nostra mobilitazione, che ha saputo fin qui coinvolgere tanti lavoratori, al di là delle differenti opinioni, sensibilità e appartenenze, non finisce certo oggi, con questa giornata che per il mondo della scuola non può che definirsi pessima”.
Pantaleo (Flc Cgil): DdL scuola approvato: un’altra pagina nera per la nostra democrazia
“Oggi è stata scritta un’ulteriore pagina nera per la nostra democrazia. Il Governo, in modo arrogante e autoritario, ha imposto l’approvazione di una legge che accentua le disuguaglianze sociali e territoriali, demolisce ulteriormente la scuola pubblica, cancella diritti e libertà, non risolve il problema della precarietà per docenti e ATA e riduce gli spazi di democrazia e partecipazione. Molte norme contenute nella legge sono di dubbia costituzionalità e anche questo aspetto andrebbe attentamente valutato prima della promulgazione della legge”. Così il Segretario generale FLC CGIL dopo il passaggio definitivo alla camera del ddl scuola. “Questo Governo” – prosegue Pantaleo – è lontano anni luce dai problemi veri della scuola e non ha voluto aprire alcun confronto con le tante lavoratrici e lavoratori, studenti, famiglie, sindacati e associazioni che hanno presentato, con tantissime mobilitazioni importanti e dettagliate proposte, dimostrando così di essere forza maggioritaria nel respingere i contenuti della legge”.
“La mobilitazione continuerà – conclude Pantaleo – con tutti i mezzi possibili per contrastare l’applicazione di una legge che riporta indietro il sistema di istruzione del nostro Paese, negando giustizia sociale e democrazia”
Stefano d’Errico (Unicobas): Approvato vergognoso DdL scuola. Ma la scuola non è la Camera.La legge Renzi dagli istituti non
passerà
“L’obbedienza non è più una virtù! È bene che si sappia che il Governo ha fatto i conti senza l’oste. Nelle scuole non ci sono né Renzi, né la Giannini”. E’ il commento di Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas.
“L’istruzione pubblica italiana, continua d’Errico, la peggio retribuita e finanziata dell’Unione Europea, si regge sul volontarismo e la buona fede dei docenti. Ma qualcuno, contro l’opinione generale della scuola e di buona parte della società civile e del mondo della cultura in genere, vuole imporre l’autoritarismo e la demagogia. Non da Settembre, ma già da oggi basta: abbiamo già dato indicazione di prendere tutti le ferie da subito, così mancherà il numero legale nei Collegi dei Docenti che verranno presto chiamati a votare sul nuovo organico funzionale”.
Gilda degli insegnanti: “Riforma imposta con arroganza da un solo partito”
Anche il sindacato degli insegnanti interviene in merito all’approvazione definitiva alla Camera del ddl scuola:
“Quella approvata oggi in via definitiva dall’Aula di Montecitorio è una riforma contro l’istruzione, imposta con arroganza da un unico partito che ha soltanto finto di ascoltare, ma in realtà è rimasto sordo per mesi al coro unanime di protesta sollevato da tutto il mondo della scuola. E si tratta dello stesso partito che, durante il governo Berlusconi, era sceso in piazza per contestare l’ex ministro Gelmini, affermando che la scuola era un bene comune e che, quindi, doveva la riforma doveva essere condivisa”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’ok incassato alla Camera dal ddl scuola.
“Non era mai accaduto finora in Italia che un partito consumasse uno strappo così profondo e irreparabile con il mondo della scuola provocando una frattura netta tra la politica e il paese reale. Prima o poi – incalza il coordinatore della Gilda – i cittadini che lavorano nella scuola eserciteranno il loro diritto di voto e presenteranno il conto a questa casta politica. Renzi, che non è stato eletto, e Giannini, sfiduciata alle Europee e passata poi al Pd pur di restare a viale Trastevere, sono intervenuti a gamba tesa in un settore importante come la scuola, ignorando chi la scuola la vive e la fa ogni giorno. Ecco perché – conclude Di Meglio – l’avvio del prossimo anno scolastico sarà a dir poco tumultuoso”.
UDS: “Saboteremo applicazione Riforma”
Anche l’Unione degli Studenti si schiera contro l’approvazione definitiva della Riforma del governo Renzi: “La nostra democrazia è tenuta in ostaggio e l’approvazione del ddl scuola è l’emblema dell’autoritarismo del Governo Renzi. Dopo mesi di cortei, occupazioni, proposte alternative e scioperi è assurdo che non si sia fatto un passo indietro: da settembre renderemo le scuole ingovernabili.” – tuona Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “Renzi non ha compreso l’entità della resistenza che metteremo in campo. Il movimento della scuola ha già dimostrato di essere maggioritario nel Paese e non si fermerà!”
“Boicotteremo la legge in ogni sua forma, contro il mercato dei saperi e la privatizzazione dei diritti”. Conclude Lampis: “Non faremo passi indietro, perché qui è in gioco una battaglia troppo importante sulla democrazia che va oltre la scuola. L’OXI italiano maturerà anche nelle scuole, per cambiare il nostro Paese e costruire un’Europa dei diritti, del welfare, del reddito di base e di un lavoro degno e di qualità”
Rete degli studenti medi: Approvata la Buona scuola contro gli studenti. Mobilitazioni dal primo giorno di scuola.
Anche Rete degli Studenti medi manifesta il proprio disaccordo con la Riforma appena passata in via definitiva all Camera. Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi dichiara: “Non possiamo permettere che la scuola pubblica venga distrutta e smantellata pezzo dopo pezzo. Fin da settembre abbiamo contestato il provvedimento e portato avanti le nostre proposte, come molti altri soggetti di riferimento del mondo della scuola, senza essere stati ascoltati minimamente. Dopo il 10 ottobre, prima data di mobilitazione autunnale studentesca, fino ad arrivare alla grandissima manifestazione del 05 maggio in cui tutto il mondo della scuola è sceso in piazza per contrastare questo provvedimento.”
Disal – Compagnia delle opere: “Passi utili nel provvedimento”
Ne è passata di acqua sotto i ponti dal Documento ‘La buona scuola’ del 3 settembre 2014 fino al testo di Legge ‘Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione’ approvato oggi. Volendo, a questo punto, esprimere un giudizio complessivo su questi mesi di dibattito e sul testo di legge approvato, il criterio di giudizio rimane: se lo scopo della scuola è aiutare i ragazzi a diventare veramente persone libere e responsabili, quanto questa preoccupazione ha determinato il confronto di questi mesi e sostanzia le scelte contenute nel testo di legge? Quali spazi e strumenti la nuova legge introduce affinché il fine della scuola sia più facilmente raggiungibile? In che modo è rilanciata la responsabilità dei soggetti che fanno scuola?
L’impressione è che in questi mesi il confronto si sia in realtà consumato sulla difesa di posizioni corporative, di diritti acquisiti e prerogative da salvaguardare, condizionato dalla paura di funzioni ritenute troppo forti. L’intervento delle parti sindacali, un’opinione pubblica condizionata da altri scopi e contrapposizioni partitiche hanno impedito che nel dibattito emergesse un’idea di scuola. Il testo approvato sembra mancare di un respiro ideale e culturale capace di restituire un’immagine di reale autonomia e, quindi, di introdurre semplici spazi e chiari strumenti di protagonismo dei soggetti chiamati ad interpretarla: famiglie e studenti, docenti e dirigenti, realtà territoriali…
Esistono tuttavia nel testo di legge alcuni punti qualificanti per una scuola più funzionale al suo scopo. Aver rifocalizzato il tema dell’autonomia scolastica e rimesso a tema la valutazione di dirigenti e docenti, una maggiore attenzione al percorso formativo dei ragazzi, la detraibilità delle spese scolastiche e investimenti consistenti dopo anni di tagli costituiscono i passi iniziali di un cambiamento possibile per la scuola italiana.
Di Menna (Uil): “Un provvedimento contro la scuola”
Questa legge né risolve, né favorisce l’esigenza di innovare e modernizzare la scuola, le cui criticità – basse retribuzioni e nessuna valorizzazione professionale, rapporto spesa istruzione spesa pubblica al penultimo posto in Europa – non vengono affrontate, è il commento di Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola dopo l’approvazione definitiva del provvedimento del Governo sulla scuola, oggi alla Camera.
Dopo lo sciopero, che ha visto 618 mila tra docenti e Ata esprimere chiaramente la loro contrarietà al disegno di legge, il governo – sottolinea Di Menna – ha perso l’occasione di attivare il confronto con i sindacati per individuare le soluzioni che avrebbero reso il personale protagonista dei processi di cambiamento.
Aver determinato la contrarietà degli insegnanti, di chi ogni giorno fa funzionare la scuola, è la maggiore responsabilità del Governo e oggi del Parlamento – puntualizza il segretario della Uil Scuola – che segna una separazione tra la rappresentanza politica e il mondo della scuola.
Con il testo vengono messi in discussione pluralismo culturale e libertà di insegnamento aspetti fondanti della scuola statale. Vengono affidati super poteri ai dirigenti scolastici, dalla scelta degli insegnanti alla valutazione per l’aumento di merito, alla permanenza dopo i tre anni nella scuola: un mix che può portare alla scuola di tendenza, addirittura ad omogeneità culturale, politica, sindacale.
In merito al precariato la procedura attivata sta determinando forti tensioni nel personale alle prese con una sorta di sudoku e genererà contenzioso da parte di chi dovrà spostarsi da una parte all’altra del Paese e soprattutto da parte degli esclusi che, pur avendo titoli e diritti e con disponibilità di posti, potranno avere solo un rapporto precario, premessa per il licenziamento.
Le modalità e le stesse esclusioni nelle assunzioni addirittura mettono in ombra la positività del numero delle immissioni in ruolo previste.
Anche su questo – e il governo tra l’altro ha previsto persino un impegno di spesa per il pagamento delle sentenze negative a cui andranno incontro – si apre un contenzioso. Altro aspetto negativo è l’intervento che riduce le tutele contrattuali. Rileviamo positivamente la scelta della card per i docenti.
Nigi (Snals): “Forti dubbi in merito alla costituzionalità della legge. In ogni caso, la mobilitazione continuerà per tutto il prossimo anno scolastico”
“E’ una vergogna che governo e parlamento abbiano dato vita a questa legge ignorando la voce della vera e unica buona scuola, quella che, tra mille difficoltà, ha finora salvaguardato l’istruzione e la formazione nel nostro paese” ha dichiarato il segretario generale dello Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi .
“L’opposizione al testo proposto non è nata da aspetti categoriali e corporativi, ma ha unito in una protesta dalle dimensioni mai viste prima personale della scuola (docenti, ATA, di ruolo e non di ruolo e dei dirigenti scolastici), studenti, famiglie e lo stesso mondo accademico”.
“Resiste ancora un sottile filo di speranza. L’auspicio è che il Presidente della Repubblica proceda a un’attenta verifica della legge sotto il profilo della costituzionalità prima di promulgarla con la propria firma”.
Nigi ha concluso: “Di certo, lo SNALS-CONFSAL, oltre ad assumere tutte le possibili iniziative sul piano giudiziario, non verrà meno all’impegno di lotta preso con la scuola militante. La mobilitazione continuerà mettendo a rischio non solo il regolare inizio dell’anno scolastico ma anche il suo intero andamento, fino a quando non verranno corretti i principali motivi di dissenso, correzioni che potranno o essere inserite in un successivo provvedimento legislativo o essere accolte con la sottoscrizione del rinnovo del CCNL”.
StudiCentro: Ddl “Buona Scuola” è legge, svolta storica per l’istruzione del paese
L’approvazione della “Buona Scuola” oggi alla camera rappresenta una svolta storica per l’istruzione del paese: il governo, dopo anni di tagli, investe nei giovani e nella formazione. Il Portavoce Nazionale StudiCentro, Filippo Pompei, spiega: “Possiamo ritenerci soddisfatti delle misure contenute nel ddl istruzione. Sul piano della parità scolastica, della defiscalizzazione e dell’autonomia dei presidi riteniamo che siano state date delle certezze normative importanti. Gli investimenti nei plessi scolastici, nei laboratori e nella didattica saranno maggiori anche grazie all’apertura dei privati; le scuole potranno finalmente essere luoghi sicuri dove poter mandare con serenità i propri figli”.
“Il governo – aggiunge Pompei – ha ascoltato in diverse occasioni studenti, sindacati ed esponenti del mondo della scuola. Affermare ancora oggi che non c’è stato un confronto con le parti è surreale”.
Il Portavoce Nazionale Studi Centro guarda al futuro con ottimismo: “A settembre, con l’avvio dell’anno scolastico, la scuola italiana sarà rinnovata ed aggiornata nei contenuti, nella didattica e nelle strutture. Insomma, una “Buona Scuola”
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