Categorie: Politica scolastica

Con la riforma avremo due tipi insegnanti: il didattico e l’organizzatore

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Gli insegnanti “devono – e avranno – la possibilità di fare carriera”. Così il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, scrive il 12 febbraio sul suo blog “Cambiamenti”, anticipando alcune delle novità in arrivo con i decreti sulla scuola.
Il rappresentante del governo  annuncia che con la riforma i docenti “potranno avere stipendi più alti in buona percentuale in base al merito e potranno scegliere tra due percorsi, quello più legato alla didattica (il mentor) e quello di supporto-organizzativo (il quadro-intermedio). Sono due attività e due impegni – osserva Faraone – che i docenti hanno sempre svolto, non avendoli mai riconosciuti: finalmente avremo l’emersione del sommerso. I docenti non sono quelli delle 18 ore, ma vogliamo strutturare ciò che fanno per dare valore alle funzioni che da oggi diventano di sistema. Bisogna che agli insegnanti vengano riconosciute, per ciò che fanno, competenze a livello economico e con una progressione e diversificazione professionale. In modo chiaro e obiettivo, ma certo, per mantenere vive motivazione e riconoscimento”.

 

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Novità in arrivo anche per i dirigenti scolastici. “Saranno i sindaci della comunità scolastica, non più manager. Questo vuol dire – spiega il sottosegretario – sgravarli di compiti che non sono pertinenti al loro ruolo. Dobbiamo sburocratizzare la scuola, dare reale autonomia, senza che questo significhi, così come è adesso, decentramento amministrativo. Se autonomia significa poter scegliere il meglio per i propri studenti, decidendo come utilizzare le risorse e rendendo conto responsabilmente dei risultati, allora è indispensabile che i dirigenti possano esercitare in pieno il loro ruolo di coordinamento didattico e culturale e non solo amministrativo, per il funzionamento ottimale di ciascuna scuola”. Sui ds, però, Faraone sembra tenere le carte più “coperte”: presto ne sapremo di più.

 

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Alessandro Giuliani

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