Siamo un gruppo di docenti abilitati in Chimica e Tecnologie Chimiche; vorremmo condividere delle riflessioni e sollevare delle problematiche che potrebbero conseguire, a nostro avviso, dalla riforma delle classi di concorso.
L’attuale bozza di riordino delle classi di concorso propone di ampliare gli insegnamenti previsti per la classe di concorso A50 (scienze naturali, chimiche e biologiche), “in considerazione del fatto che la tabella delle confluenze già prevista in allegato al decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 2010 attribuiva alla ex 60/A l’insegnamento della chimica in diverse articolazioni ed indirizzi dell’istituto tecnico, settore tecnologico”.
Ciò significherebbe affidare l’insegnamento di una disciplina complessa e specifica non a personale abilitato per la relativa classe di concorso “Chimica e Tecnologie Chimiche” – ex A013, ma a docenti abilitati nella ex-A060 (ora A050, che comprende una grande varietà di classi di laurea, quali scienze biologiche, geologia etc.).
Le conseguenze di tali azioni a nostro avviso si ripercuoterebbero, innanzitutto, a livello didattico, in quanto ci si avvierebbe verso una formazione scientifica sempre meno specializzata.
Inoltre l’ampliamento degli insegnamenti per la ex-A060 verrebbe a creare una grave disparità nei confronti di chi si è abilitato nella ex-A013, classe per la quale non è stata mostrata nessuna apertura (es. insegnamento nei licei); per cui un docente abilitato in A060 si troverebbe nella condizione favorevole di avere un “range” di insegnamento ampliato rispetto a quello per il quale si è inizialmente abilitato, mentre si creerebbe una situazione opposta per chi si è abilitato nella A013, che verrebbe fortemente penalizzato dalla sottrazione delle ore.
Infine, se è vero che se un chimico volesse potrebbe insegnare scienze la disparità rimarrebbe, perché sarebbe costretto a prendere una seconda abilitazione nella ex-A060, mentre chi è abilitato solo in A060 non dovrebbe sostenere nessuna ulteriore prova per poter insegnare chimica; con quest’ultimo punto non vogliamo “contraddire” il primo, in cui difendiamo l’importanza della specificità degli insegnamenti (siamo comunque contrari al “minestrone scientifico”, ci dovrebbe essere più selettività negli insegnamenti e il discorso vale anche al contrario: non riteniamo giusto che un chimico possa insegnare biologia al pari di un biologo!), ma lo riportiamo solo per evidenziare l’ulteriore disparità che si verrebbe a creare tra le due classi: per l’una verrebbe ampliato il range di insegnamento di default, per l’altra verrebbero sottratte delle ore, che non sarebbero in alcun modo “compensate” – es. istituendo la chimica come disciplina a se stante nei licei.
In definitiva, ribadiamo la necessità di affidare l’insegnamento della Chimica esclusivamente a personale abilitato nella specifica classe di concorso.