Categorie: Politica scolastica

Riforma, cresce il dissenso ma Miur e Pd non tornano indietro

I sindacati non credono che la “Buona Scuola” abbia risolto gli annosi problemi, però il Governo non torna indietro: a riferirlo è l’Ansa, che ha fatto il punto sulle reazioni alla riforma.

A poco più di un mese dall’approvazione definitiva e l’approdo della Legge 170/15 in Gazzetta Ufficiale, l’agenzia nazionale si sofferma sulle tante “critiche che avanzano di giorno in giorno all’approssimarsi della prima campanella”, secondo le quali “la riforma è sbagliata”. I sinsacati Confederali, inoltre, confermano l’iniziativa unitaria dell’11 settembre a Roma.

Per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, come già indicato in un altro nostro articolo, “l’avvio del prossimo anno scolastico si preannuncia all’insegna del caos, in barba alle promesse sbandierate dal ministro Giannini e da Renzi. Più che ‘Buona Scuola’, quella che si profila per docenti e studenti sembra una scuola alla buona” insorge.

“Si cominciano a vedere le contraddizioni di una legge di riforma sbagliata”, ha detto sempre all’Ansa il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi. “La propaganda del Governo dice che è una buona legge, invece non lo è. Ma si può rimediare e noi siamo disponibili a collaborare. Si parla di boicottaggio ma nessuno ha boicottato il piano, è solo sbagliato”. Il sindacalista conferma l’iniziativa nazionale decisa dalle principali sigle sindacali della scuola per l’11 settembre prossimo, a Roma, insieme a tutte le Rsu del comparto scolastico: “in quella sede faremo il punto e probabilmente decideremo azioni di protesta”.

Ad esprime preoccupazione sono anche i rappresentanti dei presidi: per il presidente dell’Andis, Paolino Marotta, “i problemi veri arriveranno a settembre, quando bisognerà determinare i comitati di valutazione o votare i piani triennali. Potremmo trovarci di fronte ad atteggiamenti di netto ostruzionismo da parte di molti docenti, alimentati da alcuni sindacati. Non sarebbe una sorpresa. E se gli insegnanti dovessero rifiutarsi di collaborare, noi dirigenti scolastici ci troveremmo nell’impossibilità di gestire una macchina che, di fatto, non si avvia. Sarebbe la paralisi”.

 

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Al rappresentante dei dirigenti non piace nemmeno il fatto che tanti neoassunti sino destinati a sedi lontane, ma nel contempo potranno accettare per un anno la supplenza nella provincia dove erano collocati: “questo rinvio di un anno non va bene. Ma già a marzo avevamo annunciato che sarebbe andata in questo modo. Il sistema di assunzioni a tappe così ha una partenza difficile. L’Amministrazione lo sapeva e ora aggrava la situazione”.

Problemi anche sul fronte del persone Ata, con l’Anief che annuncia una class action contro il Governo che ha bloccato le assunzioni.

Tuttavia, il ministero dell’Istruzione fa sapere che intende andare avanti con il piano come previsto, comprese le assunzioni e le supplenze. E dal Pd la responsabile scuola, Francesca Puglisi, avverte: “serviranno due anni per una Buona Scuola a regime”.

 

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Alessandro Giuliani

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