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Riforma degli ITS, Flc e Cgil contrari: “Un progetto per privatizzare un pezzo del sistema formativa”

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Il disegno di legge sul Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza al quale sta lavorando il Parlamento, sebbene sostenuto da tutte le forze politiche, sta incontrando difficoltà di non poco conto.

Nel giorni scorsi la Commissione Cultura della Camera ha predisposto un testo unificato redatto sulla base delle  proposte di legge presentate dai diversi gruppi parlamentari, ma nella giornata di oggi un comunicato congiunto di Flc e Cgil raffredda tutti.

“I percorsi della formazione tecnica superiore – si legge infatti nella nota – vengono sostanzialmente legati alle imprese, che diventano di fatto il vero soggetto di riferimento del Sistema. Viene previsto un forte accentramento dei poteri con l’eliminazione del Consiglio di indirizzo e della Giunta Esecutiva e l’introduzione di un direttore amministrativo. Il personale degli ITS continuerà ad essere reclutato con contratti d’opera e solo in una piccola percentuale con l’istituto del comando”.
Il fatto è che il disegno di legge messo a punto dalla Commissione prevede che gli ITS “si costituiscono, ai sensi dell’articolo 14 e seguenti del codice civile, come fondazioni, secondo il modello della fondazione di partecipazione, quale standard organizzativo nazionale della struttura”.

Alle fondazioni – dice sempre il ddl – si applicano le norme generali di diritto privato e quelle sulle fondazioni contenute nel codice civile

Quattro i soggetti fondatori degli ITS:
un istituto di istruzione secondaria superiore, statale o paritario, che appartenga all’ordine tecnico o professionale ovvero un istituto di istruzione secondaria superiore, statale o paritario, nel quale sono attivi indirizzi di istruzione tecnica o professionale, ubicato nella provincia sede della fondazione;
una struttura formativa accreditata dalla Regione per l’alta formazione, ubicata nella provincia sede della fondazione;
un’impresa del settore produttivo che utilizza, in modo prevalente, le tecnologie che caratterizzano l’I.T.S.;
 un dipartimento universitario o altro organismo appartenente al sistema universitario della ricerca scientifica e tecnologica, ovvero un centro di ricerca, pubblico o privato, operante nell’area tecnologica di riferimento.

 Fra le “regole” che il sindacato contesta c’è anche quella secondo cui il diploma di istruzione tecnica superiore di secondo livello costituirebbe titolo per l’accesso ai concorsi per insegnante tecnico-pratico.
“Sarebbe la prima volta, sottolineano Cgil e FLC, che il titolo di accesso ai concorsi della scuola statale verrebbe rilasciato da un ente privato”.
“Quella che si prospetta – conclude il sindacato – è una riforma che porta un segmento del sistema formativo nazionale fuori dal perimetro pubblico”.