Particolarmente soddisfatta la Cgil scuola che, tramite il proprio leader, Enrico Panini, definisce l’approvazione della legge come “un risultato di straordinaria importanza che completa il processo riformatore avviato con l’autonomia scolastica e con altri provvedimenti frutto del rapporto con i sindacati: elevamento dell’obbligo scolastico, formazione tecnico-superiore, istituzione dell’obbligo formativo a 18 anni. Ora deve essere rapidamente avviata la fase di studio e definizione di tutti gli aspetti applicativi – continua Panini – realizzando la massima partecipazione dei diversi soggetti coinvolti a partire dal personale della scuola. Il ruolo degli insegnanti diventa centrale per la piena realizzazione di questa impegnativa riforma e sarà determinante per portare nella nuova scuola il patrimonio migliore di esperienze e professionalità maturate in questi anni nella scuola dell’infanzia, nella scuola elementare e nella secondaria“.
Di tutt’altro avviso è la Cisl che definisce il provvedimento come “una mera architettura ordinamentale i cui contenuti sono in parte ignoti. La Cisl scuola – si legge nel comunicato – ha espresso da sempre il suo profondo dissenso di merito per una scelta che accorcia il percorso degli studi, cancella le positive esperienze di due segmenti dell’istruzione, innalza l’obbligo di un solo anno. La riforma dei cicli – conclude il comunicato – è sostanzialmente una delega in bianco al Ministro di turno; porrà non pochi problemi di attuazione e di gestione a partire dalle condizioni materiali e professionali dei suoi operatori“.