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Riforma dei cicli in forse?

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Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, nella seduta del 9 aprile, dice di no all’immediata applicazione della riforma, ma sul parere del massimo organo consultivo del Ministero si scatena subito la polemica.
Il Ministero della P.I. con un
comunicato stampa dell’11 aprile conferma, però, l’avvio della riforma per il prossimo settembre.
La Cgilscuola fa sapere che il parere è stato formulato in condizioni del tutto anomale: innanzitutto – sottolinea il segretario nazionale Enrico Panini – il CNPI si è espresso su  una materia (l’avvio della riforma a partire dal 1 settembre 2001) per la quale non esisteva una richiesta di parere; l’altro aspetto preoccupante, secondo Panini, riguarda il fatto che al momento del voto mancava il numero legale.

Conclude il segretario della Cgilscuola: "Ritengo del tutto illegittime sia la scelta di votare sull’entrata in vigore della riforma, sia la procedura seguita".

Ma la Gilda controbatte: "Per tutta la durata della seduta la Cgil ha tenuto banco con interventi a ripetizione in difesa del regolamento sui curricoli; la Cgil stessa ha però abbandonato l’aula nel corso delle operazioni di voto allorchè era abbastanza chiaro che la sua posizione era perdente".

La Cisl – pur usando il fioretto – rincara la dose: "E’ vero, la legge non è materia oggetto di parere; ma poichè la bozza di Documento reca, in premessa, una lunga illustrazione dei principi e della ragioni della riforma, la delegazione Cislscuola presente all’interno del CNPI ha rivendicato il diritto-dovere di poter riconfermare tutte le riserve di metodo e di merito, dissociandosi da un’idea di scuola, che il Parlamento ha inteso sancire ed il Governo si appresta ad attuare".

Lo Snals non si fa invece scrupolo di usare la sciabola: "Panini dovrebbe ben conoscere gli strumenti di gestione democratica  degli organi collegiali. La Cgil era in aula quando sono state pronunciate le dichiarazioni di voto da parte delle delegazioni Snals, Cisl, Gilda e Uil, ma solo successivamente ha dichiarato di non partecipare al voto abbandonando l’aula".

Nel corso della seduta del CNPI sono insomma riemerse molte delle critiche già sentite nei giorni passati: l’informazione alle famiglie e agli operatori della scuola è stata ed è pressochè nulla, manca ancora un piano mirato di formazione, non vi è nessuna previsione chiara e certa sulle risorse finanziarie, strutturali, organizzative e professionali.

Resta il fatto che ora il Governo si trova ad affrontare un nuovo (e forse non previsto) problema politico: è pur vero che il parere del CNPI non era stato richiesto ed è altrettanto vero che il parere stesso non è esente da vizi di legittimità formale, ma non si potrà non tenere conto che il massimo organo consultivo è profondamente lacerato su una questione che richiede invece il massimo della condivisione.

Il Ministro dovrà prendere atto che – sull’avvio della riforma a settembre – gran parte dei docenti è in disaccordo o quanto meno perplessa.
Il voto contrario espresso nel CNPI da Snals, Gilda e Cisl è il segnale di un malessere inquietante e diffuso e non si può pensare che una riforma importante come quella che il Governo si appresta a varare sia fatta a colpi di decreti e regolamenti.