La data delle elezioni si avvicina e sulle possibili proposte delle diverse forze politiche si incomincia a sapere qualcosa di più.
Già nei giorni scorsi avevamo anticipato una idea della Lega sulla riforma del sistema scolastico: ridurre di un anno l’intero percorso formativo in modo da consentire agli studenti di concludere la secondaria di secondo grado a 18 anni anziché a 19.
Adesso, sull’ipotesi, pare esserci qualche notizia in più.
Non è ancora ufficiale, ma la soluzione più probabile potrebbe essere quella di rendere obbligatorio l’ultimo anno della scuola dell’infanzia e di ridurre a 4 anni il ciclo della primaria; tutto il resto rimarrebbe sostanzialmente invariato.
All’obiezione che, in tal modo, si “taglierebbero” gli organici della primaria di un buon 20% la Lega chiarisce che, al contrario, gli organici in esubero dovuti alla riduzione da 5 a 4 anni verrebbero utilizzati per ampliare il tempo pieno e ripristinare le compresenze.
Nel concreto l’operazione si dovrebbe concludere addirittura con un incremento della spesa sulla scuola di base perché si tratterebbe di aumentare il numero di posti nella scuola dell’infanzia.
Le difficoltà per realizzare un simile progetto non mancano anche perché rendere obbligatorio l’ultimo anno dell’infanzia significherebbe aumentare il numero delle scuole.
In alcune aree del territorio nazionale, la scuola dell’infanzia statale raggiunge appena il 50% della popolazione scolastica di età 3-5 anni (l’altro 50% frequenta scuole paritarie): si tratterebbe insomma di realizzare nuovi edifici, ma anche di stipulare accordi con gli enti locali per l’attivazione dei servizi collaterali (mense e trasporti soprattutto).
Ci sono poi anche problemi di carattere pedagogico e psico-evolutivo: comprimere la primaria in 4 vorrebbe dire, forse, anticipare a 5 anni l’apprendimento di alcune abilità di base, per esempio quelle legate alla lettura e alla scrittura; ma su questo non tutti gli esperti sono d’accordo.
Così come non tutti sono d’accordo sul fatto che un alunno di 10 anni possa iniziare il percorso della secondaria di primo grado che, tipicamente, prevede un approccio ai saperi di tipo disciplinare.
Insomma, l’operazione sembra interessante, ma non sarà facile metterla in pratica.
Peraltro dalla Lega arriva anche la notizia che per metà settembre è in programma una conferenza nazionale che servirà proprio per affrontare il tema della riforma della scuola ma a partire dalle opinioni e dalle proposte di docenti, genitori e studenti.
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