E’ in arrivo una delle deleghe attuative della legge 107/2015, una delle più tecniche e delicate, quella che riguarda l’inclusione degli alunni/studenti con disabilità.
Dopo che le associazioni, nei mesi scorsi, avevano denunciato criticità e richiesto alcuni cambiamenti, le commissioni Cultura e Affari Sociali hanno licenziato un testo che a detta delle relatrici On. Simona Malpezzi e On. Eleonora Carnevali “mira a costruire una scuola il più inclusiva possibile”.
Tante le modifiche proposte -spiega il direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. Gianluca Rapisarda-: “Riguardano, tra l’altro, la procedura per il riconoscimento della disabilità, il funzionamento dei gruppi territoriali per l’inclusione, il meccanismo per l’attribuzione dell’organico di sostegno alle scuole. Ma, soprattutto, si rimette al centro la famiglia, che partecipa a tutte le fasi: dalla formulazione del profilo di funzionamento dell’alunno (che sostituisce la valutazione diagnostica funzionale, come chiesto dalle associazioni, ndr), alla quantificazione delle risorse da assegnare. Su richiesta delle famiglie, poi, il Piano educativo individualizzato (Pei) entra a far parte del profilo di funzionamento”.
Aggiunge il Direttore dell’I.Ri.Fo.R. Gianluca Rapisarda: “Passa inoltre, per quanto riguarda lo schema di decreto n. 377 (formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria), la richiesta delle associazioni di una reale formazione iniziale sulle didattiche inclusive per tutto il personale scolastico e di una formazione specifica per gli insegnanti di sostegno: che dovranno cumulare 60 crediti formativi universitari relativi alle didattiche dell’inclusione, oltre a quelli già previsti dal corso di laurea. I crediti «specifici» saranno in tutto 120: 60 prima della frequenza del corso di specializzazione, altri 60 durante.”
“Apprezziamo tanto –continua il Direttore Gianluca Rapisarda- la disponibilità e l’apertura mostrata dalle Commissioni parlamentari Cultura ed Affari Sociali sulla formazione iniziale specifica sulle singole disabilità, dei futuri docenti per il sostegno e sulla formazione in servizio sulla didattica inclusiva e sulla pedagogia speciale di tutto il personale scolastico prevista nel neonato Decreto sull’inclusione, purchè ovviamente si faccia loro obbligo di osservarla davvero. A tal proposito, il recente ‘Piano Triennale di Formazione Obbligatorio’ per i docenti curricolari e di sostegno in servizio mi sembra un ottimo strumento e una preziosa opportunità da cogliere da parte di tutte le Istituzioni scolastiche. La formazione estesa a tutto il contesto, infatti, potrebbe finalmente ridurre e contenere il più triste e perverso fenomeno dell’attuale modello dell’inclusione scolastica del nostro Paese e cioè la delega al solo docente specializzato dell’alunno/studente con disabilità, con la conseguente emarginazione e ghettizzazione di quest’ultimo nella famigerata aula di sostegno”.
Prosegue Gianluca Rapisarda: “Valuto pure molto positivamente il mantenimento delle classi con allievi con disabilità ad un numero massimo di 20 alunni. Tale fondamentale disposizione del Decreto, frutto del gran lavoro di squadra e di sinergica condivisione svolto dalla FAND e dalla FISH, infatti, recepisce quanto già previsto dagli art n. 4 e 5 del DPR 81 del 2009 e contrasta il proliferare delle “classi pollaio”, davvero deleterie per gli studenti disabili.
E per garantire la continuità didattica, gli insegnanti di sostegno non potranno più passare automaticamente, solo facendo domanda, a insegnare una materia, ma dovranno sostenere esami specifici. Questo eviterà lo svuotamento delle graduatorie per il sostegno. I contratti a tempo determinato potranno poi essere reiterati «il più possibile», in caso di fruttuoso rapporto docente-alunno.”
Però -avverte il Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. Gianluca Rapisarda-, sulla continuità didattica, qualche ombra rimane, e cioè che il neonato decreto non prevede nulla per contrastare il fatto che più del 40% degli attuali docenti per il sostegno sono supplenti e hanno incarichi precari “in deroga”.
Per ovviare bisognerebbe rivedere i criteri degli organici dei docenti specializzati, che dovrebbero poter transitare dal presente organico di fatto a quello di diritto delle scuole e prevedere un serio e strutturale Piano di assunzione attraverso appositi Concorsi.
“Un’altra importante criticità del Testo licenziato dalle Commissioni parlamentari –precisa il Direttore Gianluca Rapisarda- è il mancato riferimento esplicito all’art 24 della Convenzione Onu del 2006 sui diritti delle persone con disabilità, che invita a considerare finalmente il diritto all’istruzione come un insopprimibile diritto umano da garantire a qualsiasi cittadino, a prescindere dalla sua limitazione funzionale, e non un semplice e “generico” diritto da tutelare”.
“Infatti, tale grave vulnus -conclude Gianluca Rapisarda- non promuove quel cambio di mentalità e di approccio tanto auspicato dalle Associazioni di e per persone con disabilità, che consentirebbe di passare una volta per tutte dalla vecchia dimensione integrativa alla nuova prospettiva culturale dell’inclusione.”
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