Riforma del sostegno: PSP e altre associazioni precisano

I firmatari della lettera alla Ministra sulla questione della riforma del sostegno ci inviano questo ulteriore contrbuto al dibattito in corso

Restiamo perplessi dopo aver letto la posizione di Salvatore Nocera per conto della FISH e del Presidente Falabella. Stentiamo a credere infatti che sia una cantonata, un equivoco strumentale o semplice incomprensione.

Per dirimere la questione precisiamo subito che la sanitarizzazione della professione, riguarda un punto del nostro documento che non abbiamo imputato alla FISH, bensì al Governo.

Infatti la nostra lettera- documento, composta da diversi punti, è indirizzata alla Ministra Fedeli e ancora sconosciuta è la bozza di delega.  Nell’incertezza generale di quale sarà lo schema da inviare alle Camere, salvo le anticipazioni rese da Faraone alla stampa, nel punto segnalato nella replica di Nocera, si chiede alla Ministra di non procedere ad un’eventuale sanitarizzazione del ruolo del docente di sostegno.

Il nostro documento è scaturito da un’elaborazione collettiva in seno ad un dibattito che è seguito ad un seminario di formazione professionale, organizzato da ASIS (Associazione insegnanti di sostegno), Associazione nazionale “Per la Scuola della Repubblica” e Partigiani della Scuola Pubblica. Infatti è stato firmato dai 120 docenti seminaristi presenti. Successivamente il documento è stato siglato da ben 40 sigle, tra cui Associazioni per la disabilità, comitati genitori di studenti con disabilità e gruppi docenti.

Rivolgendoci adesso al neogoverno, intendiamo sottolineare che tutti riconoscono l’importanza della Legge 104 del 1992 e non condividono invece il comma 181, lettera C della Legge 107 del 2015, laddove il Governo Renzi imponeva, con delega, la ridefinizione del ruolo del docente di sostegno.

Infatti in sintesi tutti i gruppi hanno chiesto, con lucidità e consapevolezza, al primo punto del documento in oggetto, di non approvare i decreti attuativi della Buona Scuola, la riforma che ha causato la frattura tra mondo della Scuola e il partito di Governo.

Sempre nello stesso documento tutti i firmatari chiedono al governo di non introdurre il profilo di funzionamento per gli studenti con disabilità. Il suddetto profilo potrebbe invece essere utile agli studenti che presentano disturbi specifici dell’apprendimento. Si coglie, altresì, l’occasione per sottolineare anche che i modelli educativi esteri non hanno nulla da insegnare al nostro Paese, perché la Scuola italiana è fra le migliori al mondo, in termini di qualità delle proposte didattiche e delle tematiche che riguardano integrazione e inclusione.  

Al 3 punto del documento la rete delle associazioni chiede al Governo di assegnare ore di sostegno per l’intero tempo scolastico, trascorso a scuola, dagli studenti con disabilità. I dati degli ultimi anni, evidenziano un massiccio e sempre crescente ricorso alle aule dei tribunali per la richiesta e il riconoscimento di un numero maggiore di ore di sostegno didattico. La Corte Costitiuzionale si è già espressa in merito ripristinando le deroghe per il sostegno (sentenza n° 80 del 2010). La sentenza della Corte Costituzionale n.275 del 2016 rappresenta un grande fatto di civiltà. Inoltre con la sentenza 275 del 2016 il diritto all’istruzione dei disabili prevale sul pareggio di bilancio, quindi si nega ogni legittimità ai tentativi di giustificare con ragioni di bilancio i tagli al diritto allo studio dei ragazzi con disabilità, anche con riferimento all’art.81 della Costituzione.

Parimenti si chiede alla Ministra di salvaguardare la normativa preesistente (Legge 517 del 77 e legge 104 del 1992) che ha reso l’Italia il faro mondiale dell’integrazione

 I docenti sono professionisti dell’apprendimento/insegnamento e tali devono rimanere, senza confonderli con altre figure che già intervengono, nel maldestro tentativo di ragionare in ottica di risparmio sulla pelle degli studenti con disabilità, per i quali il ruolo e il compito del docente di sostegno, attualmente definiti, sono  insostituibili. Con la speranza che la nostra posizione sia chiara e scevra da incomprensioni o interpolazioni  altrui, ci mettiamo a disposizione per eventuali rapporti con il Ministero dell’Istruzione, a cui abbiamo chiesto anche un appuntamento.

I lettori ci scrivono

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