Riforma dell’Università in dirittura d’arrivo, parola di premier

La riforma dell’Università – a lungo contestata, anche con l’occupazione di atenei e l’attuazione di scioperi ad oltranza da parte di associazioni di ricercatori, assistenti e studenti, oltre anche di un raggruppamento di docenti – ha buone possibilità di essere approvata definitivamente prima della pausa estiva. Dopo che nei giorni scorsi si era espresso in questa direzione Fabio Giambrone, vicepresidente del gruppo Idv (“il Governo ha posto l’esigenza che la riforma universitaria approdi nell’aula del Senato prima delle vacanze”), negli ultimi due giorni la notizia è stata confermata prima dal responsabile del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Per trovare infine pieno accoglimento anche dal premier Berlusconi.
Durante la presentazione della Fondazione ‘Liberamente’, voluta da alcuni ministri del governo per diffondere il pensiero del Pdl, il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, si è detta convinta che “si riesca ad approvare la riforma entro l’estate: è stato completato l’esame della commissione in Senato e a breve inizierà il passaggio in Parlamento. L’iter procede, non c’è alcuno stop”. Per il ministro la riforma è “indispensabile per la qualità dell’università e l’obiettivo è di intervenire sulla governance degli atenei e quindi sulla distribuzione delle risorse, così come sul ricambio generazionale e sui sistemi di valutazione e di reclutamento”. Con il passaggio in Parlamento la Gelmini si è anche augurata, rivolgendosi ai colleghi della maggioranza che gradirebbero adottare emendamenti al testo approvato a fine 2009 dal Consiglio dei ministri ed ora all’esame delle commissioni, che “possa migliorarla e non annacquarla perché è indispensabile”.
Il giorno dopo, il 20 giugno, è stato direttamente il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con i Promotori della libertà, a rafforzare le parole del ministro. “E’ fondamentale approvare al più presto la riforma dell’università voluta dalla nostra Maria Stella che tra breve approderà in Parlamento: la sinistra – ha continuato il premier – aveva creato un meccanismo assurdo e complicato dei tre anni più due – ha ricordato il premier – che aveva prodotto la proliferazione dei corsi di laurea inutili e costosi solo per dare le cattedre ai loro professori, noi abbiamo già cancellato 469 corsi di laurea giudicati del tutto inutili”. Secondo Berlusconi questa riforma introdurrà, inoltre, “più trasparenza nei concorsi” perché stopperà “concorsi truccati e parentopoli, darà finanziamenti non a pioggia ma in base ai risultati”, metterà “un limite ai mandati dei rettori di otto anni per favorire il giusto ricambio” ed introdurrà “un sistema di valutazione internazionale sulla qualità della didattica: sono convinto che vada nella direzione giusta, Maria Stella ci lavora da due anni, ha consultato tutti”.
Per cercare di fermare l’approvazione definitiva del ddl Gelmini, il ‘popolo’ dei contrari ha deciso di attuare un ultimo tentativo di protesta nei primi giorni di luglio: sono previste ulteriori forme di mobilitazione, con riunioni ad oltranza ed occupazioni simboliche dei rettorati. Con il nuovo anno accademico è confermata la non accettazione, da parte di almeno 5.000 ricercatori, delle docenze, sottoforma di supplenza, di altrettanti corsi di studio. Se però il piano del ministro e del capo del Governo dovesse andare in porto le contestazioni di autunno sarebbero nei confronti di un testo ormai diventato legge dello Stato.
Alessandro Giuliani

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