Matteo Renzi punta forte sulla scuola. E per farlo ha bisogno di sostegno politico. A tal fine, il 26 agosto ha ricevuto a Palazzo Chigi una delegazione di parlamentari del Pd, guidata dai capigruppo di Camera e Senato Speranza e Zanda. Al centro dell’incontro c’è proprio il provvedimento sulla scuola all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì 29. Il premier sa che il ddl dovrà affrontare un lungo percorso di verifica. Ed occorre fissare per bene dei “paletti” per sostenerlo. E questo lo si fa iniziando ad informare gli uomini più vicini alle proprie idee.
In diversi, comunque, hanno già le idee chiare. Come il senatore Andrea Marcucci (Pd), presidente della commissione Istruzione di Palazzo Madama, secondo cui è giunto il momento di rifondare “un sistema che ha subito una penalizzazione pesantissima, pensando non solo a tappare i buchi e le emergenze lasciate dagli ultimi governi ma soprattutto a riprogettare un modello che guardi al rilancio del Paese, superando piccoli interessi, ideologismi e scontri del passato. Per questo sul merito e sulla professionalità dei docenti, sull’autonomia degli istituti, e sulle materie dei singoli percorsi scolastici, saranno tante le novità di rilievo. Ci sarà il tempo per coinvolgere il Parlamento e le commissioni, anche per recepire le proposte ed i pareri di tutti”.
Consensi giungono anche da aree partitiche lontane. “Il superamento delle supplenze annunciato dal ministro Giannini è un atto indispensabile per garantire la continuità didattica per gli studenti. Meglio tardi che maì”, ha detto il capogruppo di FdI-An alla Camera, Fabio Rampelli. “Attraverso un meccanismo diabolico – ha aggiunto – fino a oggi la domanda non s’incontrava mai con l’offerta, nonostante i dirigenti scolastici sappiano perfettamente quali siano le cattedre scoperte, per un imprescrutabile sistema, il meccanismo di reclutamento degli insegnanti arriva ad anno scolastico iniziato. Come per questa stagione, tanto che non si capisce perchè non di sia agito 6 mesi fà”.
Le critiche ci sono, ma non dovrebbero intaccare, almeno per il momento, il percorso di approvazione delle linee guida. Forti perplessità giungono dalla Lega Nord. E pure da Rifondazione Comunista: per il segretario nazionale, Paolo Ferrero, “quanto anticipato dagli organi d’informazione, è semplicemente vergognoso, in totale continuità con le pessime riforme degli ultimi anni”.