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Riforma della valutazione, meno teoria, docenti preparati e meno supplenti: la scuola ideale secondo gli studenti

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Quali sono le caratteristiche ideali della scuola del futuro? Cosa non deve mancare negli istituti scolastici e su cosa bisognerebbe intervenire? A rispondere a questa domanda sono stati direttamente gli studenti, rispondendo ad un sondaggio di Skuola.net.

L’elenco stilato dagli studenti

Gli oltre 6mila alunni di classi medie e superiori che hanno partecipato all’indagine nelle scorse settimane hanno stilato un elenco di indicazioni, rivolte al ministero dell’Istruzione e del Merito. Ecco la lista di priorità individuate dai ragazzi:

  1. Cura e benessere psicologico degli studenti, indicata come la priorità numero uno da quasi 1 su 4 (il 24,8%). Per le ragazze e i ragazzi, cura del benessere psicologico non significa solo avere a disposizione uno psicologo con cui parlare ma anche avere un ambiente più “sano” in cui passare le giornate e che non determini un carico di lavoro, una volta tornati a casa, giudicato da molti insostenibile, soprattutto ai licei.
  2. Riforma della valutazione, racchiudere il giudizio sul rendimento scolastico a un numero non aiuta i ragazzi: lo pensa convintamente il 13,4% degli intervistati.
  3. Meno teoria e più pratica, per oltre 1 su 10 (l’11%) sarebbe opportuno riequilibrare la bilancia, aumentando il peso della componente pratica.
  4. Non cambiare prof ogni anno, il 9,1% degli intervistati inserisce anche questo dettaglio di non poco conto tra le urgenze.
  5. Docenti più preparati, per il 9% degli alunni bisognerebbe prima di tutto selezionare una classe docente all’altezza delle sfide di oggi e, perché no, valutata anche dagli studenti.
  6. Orientamento al lavoro/al futuro, indicata come priorità dall’8,8% degli intervistati, che gradirebbero il potenziamento, soprattutto qualitativo, delle attività di orientamento per l’intero corso delle scuole secondarie.
  7. Didattica più innovativa, er l’8,1% degli studenti sarebbe perciò il caso di cambiare in fretta le cose, facend gradualmente.
  8. Contrasto alla violenza e al bullismo, molti ragazzi (5,2%) chiedono di insistere sul contrasto alla violenza in ambiente scolastico, ma anche fuori.
  9. Scuole più sicure, esigenza indicata dal 4,3% degli intervistati, che chiedono scuole sicure, pulite e accessibili.
  10. Diritto allo studio, priorità individuata dal 3,6% degli studenti.
  11. Classi meno affollate, le classi pollaio vanno eliminate: questo il problema da risolvere più importante per il 2,7% degli intervistati.

Disagio giovanile, necessario psicologo a scuola?

A proposito del disagio psicologico giovanile lo scorso martedì 30 gennaio, alle 13.30, la Commissione Cultura della Camera, nella Sala ex Agricoltura, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge per l’istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado, ha svolto le audizioni di Maria Cristina Matteucci, professoressa in psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università di Bologna, David Lazzari, presidente dell’Ordine degli psicologi, l’Associazione dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, Emanuela Confalonieri, professoressa di psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università Cattolica di Milano.

Ecco il contenuto delle audizioni:

Maria Cristina Matteucci: “La pandemia ha messo in luce la necessità di uno psicologo nelle scuole. Ad oggi non esiste una legge relativa agli psicologi scolastici che, quando presenti nelle scuole, hanno contratti di lavoro temporanei. Di recente varie regioni hanno dato vita a una pluralità di servizi differenti. La situazione non è più adeguata al presente, andrebbe inserita in modo sistematico e non con sperimentazioni. La proposta di legge vuole lo stop a disuguaglianze territoriali per un servizio necessario e non accessorio. Una legge nazionale è imprescindibile”.

David Lazzari: “Gli obiettivi della legge sono di prevenzione, non solo del disagio, ma anche del fallimento e dell’abbandono scolastico, delle difficoltà di apprendimento. Di introduzione dello psicologo a scuola parlano anche l’Oms e l’Unicef. Tra il 2020 e il 2022 è stato attivato un servizio di consulenza psicologica nel 75% delle scuole italiane. Il servizio è stato gradito dal mondo della scuola. Il nostro Paese ha già effettuato una grandissima sperimentazione, si attende quindi un consolidamento”.

“Il modello organizzativo più flessibile consisterebbe nell’uso di equipe di psicologi scolastici che facciano capo agli USR. Al momento è in via di definizione il nuovo protocollo del Mim che sarà firmato da Valditara in tempi brevi che prevede l’attivazione di un tavolo di lavoro”.

Emanuela Confalonieri: “Non ci deve essere l’ottica della sperimentazione, si tratta di stabilizzare una figura che già c’è. Lo psicologo non interviene solo per lo studente ma per tutta la comunità scolastica, dovrebbe lavorare con docenti e famiglie. Monte ore? Immagino il rapporto di uno psicologo ogni 500 studenti. Intervenire così può avere delle conseguenze a livello di costo sociale, lo può ridurre”.