Home Attualità Riforma: docenti del liceo classico “Pietro Giannone” di Benevento non ci stanno

Riforma: docenti del liceo classico “Pietro Giannone” di Benevento non ci stanno

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Il collegio docenti del Liceo Classico “Pietro Giannone” di Benevento, nella seduta del 9 settembre 2015 ha sottoscritto un documento contrario all’ultima riforma della scuola: la legge 107/15.


In questo documento si scrive: “
La legge 107 del 13 luglio 2015, a nostro avviso, confligge con i principi costituzionali e le disposizioni normative e contrattuali e pertanto deve essere contrastata in tutte le forme legittime e istituzionali possibili. Siamo convinti che la battaglia in difesa della scuola pubblica e del lavoro pubblico debba proseguire perché i lavoratori, gli studenti, pezzi di società civile hanno, inascoltati, mostrato tutta la loro contrarietà verso questa riforma che non risolve i problemi della scuola, anzi li aggrava imboccando una strada insidiosa lastricata da gerarchizzazione, accentramento dei poteri, controlli, reperimento delle risorse dal privato e suo utilizzo. La riforma colpisce al cuore la missione della scuola pubblica che si caratterizza essenzialmente attraverso la ricerca delle pari opportunità formative e l’autonomia dell’insegnamento, capisaldi feriti e messi in discussione per la loro democratica attuazione”.
I docenti del
Liceo Classico “Pietro Giannone” di Benevento nel loro documento continuano a prendere le distanze dalla riforma scrivendo: “Noi riteniamo che la battaglia debba continuare, cominciando con la neutralizzazione delle misure più deleterie, soprattutto in materia di valutazione, di organizzazione e di salario, salvaguardando l’autonomia degli organi collegiali e la contrattazione decentrata d’istituto, praticando la partecipazione e la condivisione nel programmare e gestire l’attività della scuola, difendendo il potere deliberante in materia di funzionamento del Collegio dei docenti”. E ancora: “Abbiamo il dovere di farlo non solo per la difesa della categoria, ma soprattutto per la scuola pubblica italiana che deve continuare ad avere il ruolo centrale per la crescita democratica del nostro Paese”. Questi documenti provenienti dal basso stridono con le dichiarazioni di alcuni parlamentari che cercano di buttare acqua sul fuoco della protesta.