Riforma docenza universitaria, voto favorevole al Senato
I voti favorevoli sono stati 160 e soltanto 7 i contrari, in quanto l’opposizione, fortemente critica nei confronti del provvedimento, non ha partecipato alla votazione per protestare soprattutto contro la scelta del governo di porre la fiducia, impedendo di fatto qualsiasi confronto su un unico emendamento che ha unificato i sei articoli originari del ddl. Tra gli assenti dall’Aula anche il vicepresidente del Senato Domenico Fisichella di An.
Adesso il provvedimento ritornerà alla Camera dei deputati, dove presumibilmente il governo ricorrerà nuovamente al voto di fiducia, per farlo approvare entro il mese di ottobre.
La riforma Moratti sul reclutamento e le carriere dei professori universitari stabilisce che dal 2013 sparirà la figura del ricercatore di ruolo. Ai giovani precari (attualmente sono oltre 50.000 tra assegnisti, contrattisti, dottorandi) potranno essere proposti dalle Università contratti di ricerca della durata di tre anni, rinnovabili per un ulteriore triennio. Quando, fra otto anni, non sarà più possibile bandire i concorsi per ricercatore, per i precari resterà solo la strada del concorso per professore associato. I concorsi, finora banditi dai singoli Atenei, diventano nazionali e chi supera la selezione ottiene una idoneità scientifica “a termine” (non superiore a quattro anni).
La riforma viene fortemente contestata dalla gran parte delle componenti universitarie. Prosegue quindi la mobilitazione: sindacati e associazioni dei docenti hanno proclamato dal 10 al 15 ottobre il blocco di ogni attività negli Atenei, mentre la Conferenza dei rettori – il cui presidente Piero Tosi ha espresso giudizi negativi sia sul testo di riforma che sulla procedura che ha portato all’approvazione del ddl, dopo che il Ministro ha tenuto in poco conto il parere della stessa Crui – ha chiesto un incontro urgente con il presidente della Camera Casini, in vista di una auspicabile discussione nell’Aula di Montecitorio del disegno di legge (l’opposizione intende presentare un alto numero di emendamenti).
Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil ha sottolineato: “è una protesta che sta raggiungendo livelli di consenso che hanno pochi precedenti nella storia della nostra Università, sindacati e associazioni proseguiranno la lotta fino a che non sarà bloccato il disegno di legge e aperto un confronto”.
L’Andu (Associazione nazionale docenti universitari), critica il Ministro ma si scaglia anche contro quella che definisce una “lobby accademica”, che ha “sempre avuto come obiettivo la gestione privatistica delle risorse pubbliche per l’Università e sta portando, in linea con l’avanzare delle logiche aziendalistiche, allo smantellamento del sistema nazionale e pubblico dell’Università stessa”.
Per l’Associazione nazionale docenti universitari, inoltre, “la Crui è sotto pressione da parte di chi ritiene che essa non difenda gli interessi di quella lobby accademica che ha sempre dominato sull’Università”. L’Andu sostiene che forse qualcuno teme che rettori e presidi si dimettano per impedire che il ddl venga approvato definitivamente dalla Camera.