Home Politica scolastica Riforma, ecco la “tiepida” risposta del Pd alla piazza e ai sindacati

Riforma, ecco la “tiepida” risposta del Pd alla piazza e ai sindacati

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Il Pd avrebbe allestito in tempo record, meno di un giorno, il pacchetto di emendamenti al ddl di riforma della scuola. Le modifiche sono scaturite a seguito delle proteste e degli scioperi dei giorni scorsi, ma anche dal confronto tenuto al Nazareno il 6 e 7 maggio con i rappresentanti dei sindacati, delle associazioni di genitori e degli studenti.

Detto che per avere una quadro completo del testo occorrerà anche visionare i decreti attuativi, cominciano a trapelare i primi cambiamenti al provvedimento originale. A dire il vero, si tratta più di “ritocchi” che di stravolgimenti.

Ve li proponiamo, così come sono stati riassunti dall’agenzia di stampa Ansa.

ASSUNZIONI – Verrà chiarito che saranno assunti tutti i precari delle graduatorie a esaurimento che si chiuderanno per svuotamento. Resteranno soltanto 23.000 docenti della scuola d’infanzia che verranno assunti in un secondo tempo, quando diventerà legge la riforma del percorso scolastico 0-6 anni (una delle materie oggetto di delega).

CONTRATTI LAVORO A TEMPO DETERMINATO – Viene stabilito che la norma che pone il limite temporale di 36 mesi come durata massima per i rapporti di lavoro a tempo determinato del personale scolastico non avrà valore retroattivi.

 

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CONCORSO – riguarderà 60.000 abilitati. Il successivo regolamento del concorso valorizzerà titoli di studio e servizio svolto (in questo modo si va incontro alle istanze di coloro che hanno frequentato Tfa, Pas, Siss ecc…).

DIRIGENTI SCOLASTICI – “Lungi da noi l’idea di un preside-sceriffo, ma occorre che, come in qualsiasi altro comparto statale – ha spiegato Francesca Puglisi – un responsabile per la rendicontazione degli esiti della scuola”. E’ già stato approvato un emendamento in base al quale il preside da gli indirizzi per il piano dell’offerta formativa triennale, il collegio dei docenti lo elabora e il consiglio d’istituto lo approva.

ALBI TERRITORIALI – Si sta mettendo a punto un emendamento per chiarire l’obiettivo degli Albi che avranno una dimensione sub-provinciale e accoglieranno persone tutte assunte a tempo indeterminato. Gli insegnanti verranno scelti dal preside sulla base del curriculum ma potranno essere gli stessi docenti a inviare una domanda alla scuola nella quale vorrebbero insegnare.

PREMIALITA’ – Per quanto riguarda i 200 milioni di premialità distribuiti agli insegnanti, la scelta viene affidata al preside, ma il dirigente scolastico sarà affiancato da un Comitato di valutazione di cui faranno parte due insegnanti, rappresentanti dei genitori e degli studenti. La premialità potrà essere utilizzata anche per “trattenere” gli insegnanti ritenuti validi nella scuola in cui già lavorano.

PRESIDI VALUTATI OGNI 3 ANNI – I dirigenti scolastici verranno valutati ogni 3 anni da un Comitato di valutazione (istituito presso gli uffici scolastici regionali). Ispettori del ministero (corpo che verrà rafforzato) visiteranno le scuole per verificare il loro funzionamento. Sui risultati si giocherà la quota premiale dello stipendio.

 

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DIRITTO ALLO STUDIO – La norma verrà meglio dettagliata nei principi direttivi che affidano la delega al Governo.

5 PER MILLE – E’ già previsto un Fondo di perequazione statale: la percentuale attualmente del 10% sarà portata al 20%.

DELEGHE – E’ stata stralciata dal test la delega sulla riforma degli organi collegiali per la quale verrà avviato un percorso di lavoro con le associazioni del mondo della scuola. Eliminate anche le deleghe sull’autonomia scolastica, sulla scuola digitale e sugli Its (sarà inserito direttamente nel ddl ciò che si vuol fare per rilanciare questo segmento dell’istruzione). Via anche la delega riferita alle modalità di assunzione, formazione e valutazione del dirigente scolastico che sarà meglio normata nel ddl.

Intanto, si confermano i tempi di approvazione del testo: il 19 maggio toccherà all’Aula di Montecitorio, poi arriverà al Senato, dove il sì definitivo è previsto nella seconda decade di giugno. Proteste e contestazioni permettendo.

 

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