Sulla riforma della filiera tecnica-professionale la maggioranza di Governo ha deciso di spingere sul pedale dell’acceleratore anche per non dover ammettere di aver calcolato male i tempi.
Nella Commissione Cultura l’esame del provvedimento è iniziato mercoledì 29 con la presentazione del ddl da parte della relatrice Ella Bucalo, responsabile del dipartimento istruzione di Fratelli d’Italia.
La senatrice D’Elia del PD ha parlato di “una riforma incisiva sulla struttura degli istituti tecnici che prefigura un vero e proprio secondo canale” ed ha subito richiesto che si proceda “agli opportuni approfondimenti con riferimento al collegamento con il sistema universitario, centrale nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), e alla facoltà, del tutto innovativa, attribuita a coloro che hanno concluso i percorsi quadriennali previsti per il conseguimento di un titolo di diploma professionale di accedere agli ITS Academy”.
Per questo motivo la senatrice del PD ha chiesto che sul disegno di legge venga avviato un ciclo di audizioni, come accade sempre in queste situazioni.
Alla richiesta della D’Elia si sono associati altri senatori, ma la maggioranza ha tagliato corto.
Ella Bucalo è stata perentoria sottolineando che le disposizioni recate nel provvedimento sono chiare e lineari nelle loro finalità, tali da non richiedere ulteriori approfondimenti attraverso l’avvio di una procedura informativa.
E a nulla sono valse le osservazione del senatore pentastellato Castiello secondo cui “l’esigenza di speditezza dell’iter legislativo non preclude una disamina accurata del provvedimento tramite un numero limitato di audizioni, considerata la sua rilevanza e in particolare la circostanza che esso incide sul delicato momento della connessione fra il mondo della scuola e il mondo del lavoro”.
Alla fine la mediazione, di fatto, non c’è stata perché l’ufficio di presidenza ha deciso di dedicare alle audizioni la sola giornata del 5 dicembre mentre entro il giorno 6 dovranno essere presentati gli emendamenti.
Questo vuol dire che il Governo ha intenzione di chiudere al più presto in Commissione nel tentativo di portare il provvedimento in aula entro la fine del mese.
E’ vero che per l’approvazione definitiva bisognerà ancora aspettare il voto della Camera ma quest’ultimo passaggio sarà di fatto poco più che un pro-forma come ormai accade da troppo tempo.
In ogni caso bisogna considerare anche che per poter essere concretamente attivata la nuova “filiera” avrà bisogno anche di un apposito decreto ministeriale applicativo per il quale la legge prevede 30 giorni di tempo.
Nella migliore delle ipotesi il decreto potrebbe arrivare quindi a fine gennaio, quando però le iscrizioni per l’anno 2023/24 saranno già state avviate in tutte le scuole.
A meno che il Ministero non stia già pensando di rinviare questa operazione al mese di febbraio.
Con tutto quello che un rinvio del genere comporterebbe.
Ma questa è un’altra storia e non resta che attendere gli eventi.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…