Sono un insegnante, uno dei tanti, e oggi proprio come tanti su NoiPa ho potuto constatare la grande presa in giro del nostro governo, siamo al 2 marzo ma sembra proprio un pesce d’aprile.
Un vero e proprio gioco delle tre carte: si parla infatti da mesi di riforma fiscale che avrebbe dovuto portare a degli aumenti degli stipendi, invece così non è stato.
Al netto delle detrazioni fiscali e degli assegni familiari che saranno erogati dall’INPS con l’assegno unico, facendo un confronto, personalmente in busta paga il prossimo 23 marzo troverò quasi 100 euro in meno. E come me tantissimi altri colleghi.
Ne avevo il presentimento e purtroppo è stato così. Eliminate le detrazioni, eliminato il Bonus 100 euro alla fine il compenso netto è in difetto. In un clima di guerra forse dovremmo pensare e parlare di altro, è vero, ma non si può non pensare agli aumenti delle materie prime, del costo della vita, dell’inflazione, dell’energia.
Il contratto nazionale è scaduto da ben 38 mesi e con esso il nuovo sarebbe già vecchio perché anche quello sarebbe già scaduto da 2 mesi. Un ritardo ingiustificato! Devono essere recuperati 7 punti di inflazione, bisognava introdurre l’indennità di rischio biologico che non è mai stata neanche presa in considerazione.
Abbiamo gli stipendi “docenti” più bassi di tutta Europa. Tutto questo silenzio dei sindacati è diventato assordante e al di là dell’ossimoro forse dovremmo essere proprio noi docenti ad unirci e intraprendere un’azione comune perché abbiamo diritto al sacrosanto recupero del potere d’acquisto per tutti ed ad un cambio di rotta che porti sì ad aumenti economicamente sostenibili, ma anche e soprattutto socialmente accettabili.
Rosario Melissa
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