Dopo il boicottaggio degli scrutini, tornano a farsi sentire i sindacati: lo fanno in corrispondenza della resa dei conti della riforma della scuola al Senato,. Con i comitati di base ancora una volta a fare da apripista.
A dire il vero, l’Unicobas ha già iniziato la sua protesta, in coincidenza del voto degli emendamenti, in Commissione Istruzione del Senato, sul ddl Scuola: l’organizzazione guidata da Stefano d’Errico, ha avviato una sorta di manifestazione ‘permanente’ già nel pomeriggio di lunedì 15 giugno in Piazza delle Cinque Lune (davanti al Senato, a due passi da piazza Navona). Il 16 giugno si replica. E anche il giorno successivo. Quando, come preannunciato, a manifestare ci saranno, non molto lontano, al Pantheon, anche i Cobas.
Per quella stessa giornata, mercoledì 17, sembra decisiva al Senato ai fini dell’approvazione di emendamenti cruciali per il disegno di legge, entreranno in causa anche gli altri sindacati. Ad iniziare da quelli che contano maggiori adesioni: Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno confermato la loro presenza. Stavolta, però, senza accendere gli animi.
Giocando sul fatto che nella stessa giornata si svolgeranno gli esami di maturità, i cinque sindacati rappresentativi hanno scritto: “Facciamo l‛ESAME al DDL Scuola insieme ai Senatori: Traccia della Prima Prova: ‘Il DDL Scuola è dannoso e incostituzionale: perchè approvarlo?’. Commissari d‛esame: RSU, docenti, personale Ata, studenti e genitori” (per una visione completa del documento cliccare nella sezione qui a sinistra ‘Correlati’).
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Ad entrambe le manifestazioni, sempre del 17 giugno, ci sarà l’Anief. “Il Governo e parlamentari devono capire che questo disegno di legge va ritirato oppure riscritto totalmente – ha spiegato il suo presidente, Marcello Pacifico -. E che per salvare le assunzioni previste occorre approvare con urgenza un decreto legge. Sino a quando questo non avverrà, le nostre contestazioni saranno vive”.
“Sulla incostituzionalità di questo disegno di legge – ricorda Pacifico – ci siamo espressi più volte. E non solo noi: la scorsa settimana, si è detto di questo parere anche la Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove non ci risulta che siedano dei sindacalisti. Anziché proseguire in questo vicolo cieco, la maggioranza parlamentare farebbe ancora in tempo a tornare indietro, per percorrere finalmente la strada che tutti, indistintamente, indicano da mesi”.
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