Dopo i dubbi degli ultimi giorni, il Governo torna a crederci: entro dieci giorni la riforma della scuola può essere approvata in Senato. A dirlo, in un’intervista al Quotidiano nazionale di domenica 21 giugno, è Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione. “Entro fine giugno si chiude”, dice il rappresentante di Governo.
“La decisione di accelerare è stata presa dal premier. La riforma era già stata discussa a lungo, per due mesi gli uffici del Miur hanno corretto gli aspetti più critici dopo aver ascoltato il Paese. Di fronte ai tentativi ostruzionistici, sarebbero mancati i tempi tecnici per assumere i 101.701 precari”.
Proprio sui 100mila precari da assumere a settembre 2015, con lo spauracchio di far slittare tutto all’anno successivo, come paventato qualche giorno fa dal premier, Toccafondi non si scompone: “È un’ipotesi”. “La scuola è stata presa a pretesto dalla minoranza Pd per fare un congresso interno, con un dibattito fine a se stesso. Dire ‘facciamo le assunzioni e poi tutto il resto’ non ha senso. La risposta è no. La scuola non è un assumificio”.
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A Toccafondi si chiede poi quale sia la dead line tecnica sul disegno di legge ‘La Buona Scuola’: “se si chiude entro fine giugno i tempi tecnici ci sono. È ancora possibile riuscirci”. La fiducia? “È l’extrema ratio, ma se non si accelera c’è il rischio di finire su un binario morto”.
Per il sottosegretario, la presenza di quasi 3mila emendamenti può essere superata: “La speranza è l’ultima a morire. Comunque abbiamo approvato decreti in 48 ore. La riforma deve andare avanti”.
Per capire se la profezia di Toccafondi avrà effetto, se l’Aula di Palazzo Madama licenzierà il disegno di legge, c’è da aspettare davvero poco: alla fine di giugno manca poco più di una settimana.
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