Sta facendo discutere l’insolita decisione del Movimento 5 Stella della Puglia di pubblicare su Facebook nominativi, foto e partito dei parlamentari pugliesi che hanno votato a favore della riforma della scuola: per i ‘grillini’ si tratta di un atto lecito, perché gli elettori debbono sapere chi si è schierato a favore del discusso provvedimento di riforma. E così possano non votare più quei parlamentari.
Per Antonella Laricchia (consigliere pugliese del M5S), spiega i motivi che hanno portata a quelli che in molti considerano una sorta di ‘schedatura’: “i politici e i movimenti politici (o i partiti) vanno giudicati (severamente e con attenzione) non solo in base alle parole che pronunciano, ma anche e soprattutto rispetto a ciò che votano. Da opposizione ce l’abbiamo messa tutta in questi mesi, dentro e fuori le Istituzioni, denunciando da subito questo scempio. Questo governo però con la sua grande maggioranza continua a prendere a schiaffi tutti gli italiani, compresi i propri elettori, sentendosi intoccabile”.
In tanti, però, non ci stanno. Ad iniziare da un gruppo di esponenti del Pd, che hanno definito quello del M5S un “metodo fascista”. Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, pure lui del Partito Democratico, tra l’altro non entusiasta del provvedimento di riforma, siamo dinanzi ad un’operazione da condannare: “prendere le fotografie dei pugliesi e utilizzarle sul social network è una tecnica di grande violenza che può essere tranquillamente evitata”.
“Credo – ha aggiunto Emiliano – che la gran parte dei parlamentari del Pd abbia votato quel provvedimento” ma “dentro il Pd il dibattito sulla scuola, anche per correggere questo ddl, è stato molto più costruttivo e importante di quanto questo tipo di polemica non voglia far comprendere”.
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“Anche tra i deputati – ha rilevato Emiliano – moltissimi hanno lavorato duramente per migliorare, nel limite delle inumane possibilità, il ddl. In tanti punti ci sono riusciti. Poi, è ovvio che il Pd è un partito e alla fine hanno preso una decisione, dovendo votare questo ddl, e hanno agito secondo coscienza”.
“È chiaro – ha precisato Emiliano – che io mantengo il mio atteggiamento di non condivisone del ddl perché svolgo un’altra funzione, non ho dovuto votare in Parlamento, e quindi penso che questo ddl, dopo un periodo di sperimentazione, debba essere corretto se i miei dubbi dovessero essere confermati”.
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