I lettori ci scrivono

Riforma istituti tecnici e professionali, per prima cosa servono i fondi per i materiali di consumo!

Egregio ministro Valditara,

ho letto con attenzione bozze ed articoli inerenti la prossima riforma degli istituti tecnici e professionali da Lei annunciata.

Con queste poche righe in qualità d’insegnante tecnico pratico di laboratorio che lavora presso un istituto professionale di stato da vent’anni mi permetto di far presente il problema principale che attanaglia da sempre l’istruzione professionale e che nessuna delle numerose riforme ha mai risolto.

Per fare una didattica laboratoriale seria oltre a laboratori attrezzati e tecnologici servono i materiali di consumo che quotidianamente vengono utilizzati per svolgere le esercitazioni.

Grazie ai progetti P.O.N. e progetti legati al P.N.R.R. la maggior parte delle scuole o almeno quelle dove esiste una buona capacità progettuale da parte del corpo docente sono riuscite ad aggiornare e innovare le tecnologie presenti; peccato pero che poi sia difficoltoso poterle utilizzare con gli studenti se mancano i fondi per comprare i materiali da lavorare durante le esercitazioni.

Per capirci al professionale per Agricoltura servono sementi, reagenti; al professionale Alberghiero servono derrate alimentari, e questo vale per qualsiasi indirizzo degli istituti professionali o tecnici.

Il contributo volontario che ogni istituto scolastico chiede alle famiglie degli studenti proprio per garantire le attività laboratoriali e le esercitazioni si riduce ogni anno e la mancanza di questi fondi non fa altro che ridurre il tempo dedicato alla professionalizzazione che il mondo del lavoro ci richiede.

Gli istituti Professionali e credo in egual misura gli istituti Tecnici come urgenza hanno il bisogno assoluto che tutte le economie di cui il Ministero può disporre vengano stanziate in un fondo specifico per il funzionamento ordinario delle attività laboratoriali, altrimenti sarà la solita riforma ricca di buoni propositi, infarcita di tanti costrutti pedagogici ma priva di quel pragmatismo utile agli studenti degli istituti professionali per inserirsi in modo adeguato nel mondo del lavoro dove servono competenze che solo la pratica laboratoriale in situazioni simulate e protette può fornire.

Matteo Anselmi

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