Attualità

Riforma istruzione tecnico-professionale: in Commissione si ferma l’esame del ddl, ma la sperimentazione è confermata

Il percorso di approvazione del ddl sulla riforma della filiera tecnologico-professionale sta segnando una battuta di arresto.
Il cronoprogramma (strettissimo) che il Ministero si era dato prevedeva di concludere in settimana l’esame del provvedimento nella settima Commissione del Senato in modo da poter andare in aula la prossima settimana.
E invece nella giornata di mercoledì 13 le cose sono andate un po’ diversamente dal previsto, mentre la seduta di giovedì 14 è stata cancellata.
Questo vuole dire che i lavori in Commissione riprenderanno la prossima settimana e, a questo punto, appare difficile che il Senato possa approvare il ddl prima di Natale.
Ma – non dimentichiamolo – il provvedimento dovrà passare ancora dalla Camera.
Va però detto che, dopo l’adozione del decreto ministeriale che dà avvio alla sperimentazione dei percorsi quadriennali, non c’è più urgenza di concludere l’esame del progetto di riforma.
Cosa succederà quindi nel concreto?
Molto semplicemente accadrà che le scuole che intendono attivare la sperimentazione potranno predisporre il proprio progetto e registrarsi nella piattaforma allestita dal Ministero che – nei giorni successivi – dovrà esaminare i progetti e autorizzare quelli ritenuti adeguati.
Poi a partire dal 18 gennaio le scuole selezionate potranno “offrire” il nuovo percorso agli studenti che si iscriveranno per il 2024/25.

Per il liceo made in Italy le cose andranno diversamente: i nuovi licei potranno partire a settembre solo se il Parlamento avrà approvato in tempo la legge che ora è in discussione al Senato (la Camera ha già dato il via libera e quindi è possibile che entro fine dicembre la questione sia chiusa).
Resta il fatto che, per entrambi i percorsi, le scuole non hanno avuto tempo di informare adeguatamente le famiglie e gli studenti.
Il rischio di avviare una riforma in modo affrettato è molto alto.
Ed è un peccato, perché l’istruzione tecnica e professionale avrebbe davvero bisogno di una riforma condivisa e meditata.

Reginaldo Palermo

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