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Riforma istruzione tecnico-professionale, Valditara: “4+2? Filiera che non è abbassamento del percorso ma estensione”

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Oggi, 21 settembre, alle ore 16, presso la Sala della Regina di Montecitorio si svolge il convegno “Non uno di meno – Formazione professionalizzante: un diritto di tutti”. Intervengono il Vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, la Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone e il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Ecco le parole di Valditara in merito alla riforma dell’istruzione tecnico professionale: “Voglio partire da una considerazione. La nostra scuola non può prescindere dalla Costituzione. A me piace citare Giorgio La Pira, che sottolineò la differenza tra ordinamento fascista e democratico. La nostra Costituzione mette al centro lo studente, pensando al suo futuro”.

“Ciò significa libertà e pienezza della cittadinanza attiva. La scuola che non serve a dare fondamenta culturali di preparazione capaci di consentire un percorso professionale è una scuola che ha realizzato solo una parte. La nostra visione si sviluppa a 360 gradi che parte dall’inserimento del docente tutor, l’esempio della personalizzazione della formazione”.

Dati preoccupanti

“I dati che abbiamo di fronte sono preoccupanti: secondo Confindustria nei prossimi 5 anni ci sarà bisogno di tecnici professionalizzanti che probabilmente non saranno trovati. Non va dimenticato l’aspetto della mancata competitività del nostro territorio. Dobbiamo dare un futuro ad ogni nostro studente e far crescere il nostro territorio. La scuola deve essere centro moltiplicatore di sviluppo”.

“L’Ocse ci raccomanda di collegare l’istruzione tecnico professionale con il mondo del lavoro. C’è un altro dato, l’opinione pubblica. Un sondaggio Swg ci testimonia che si avverte la riforma dell’istruzione tecnico professionale come necessaria”.

“La nostra riforma parte da alcune riflessioni. La nostra riforma non deve essere solo per lo Stato, ma una riforma che sappia valorizzare la formazione regionale, che va integrata e valorizzata. Da qui l’idea del 4+2, significa potenziare, creare una filiera che non è un abbassamento del percorso ma un’estensione, è la possibilità di anticipare l’ingresso nel mondo del lavoro. Si tratta di una riforma che può dare opportunità. Ecco l’idea per cui un dirigente, un professionista possa insegnare a scuola, il rafforzamento di alcune materie”.

Quando si partirà con la sperimentazione

“Ci vuole un discorso sinergico, di collaborazione. Credo che abbiamo fatto un buon servizio ai ragazzi, al mondo dell’impresa, al territorio ma anche a tutti coloro che hanno sempre creduto nella formazione tecnico-professionale e a quelli che vi insegnano, abbiamo dimostrato che questa filiera può essere un canale formativo di serie A. Dobbiamo approvare questa riforma importante in modo da consentire dal 2024/2025 di avviare già la sperimentazione”.