Se la minoranza Pd non perde occasione per infierire contro la riforma, dalla maggioranza dello stesso partito, fedele a Matteo Renzi, continuano ad arrivare giudizi trionfalistici.
L’ultima valutazione più che positiva per la Legge 107/2015, in ordine di tempo, giunge da Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale Pd, secondo cui “la pubblicazione da parte del Ministero dell’Istruzione del bando per l’iscrizione al Piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge ‘BuonaScuola’ permetterà, finalmente, a 102.734 insegnanti di assicurare a scuole e studenti la necessaria continuità didattica, il potenziamento dell’offerta formativa, le attività di recupero scolastico, il rispetto dei limiti di numerosità delle classi in presenza di alunno con disabilità”.
Puglisi non sembra avere dubbi: il maxi piano di immissioni in ruolo rappresenta non ha precedenti nello “Stato perché, come dimostrano i fatti, la scuola è la priorità del Governo Renzi”. L’esponente del Partito democratico coglie l’occasione per rivolgersi anche “ai tanti insegnanti che entreranno nei ruoli dello Stato, dopo troppi anni di precariato”: a loro “va il nostro augurio di buon lavoro”.
Inoltre, la Legge 107 del 2015 dovrebbe portare non pochi vantaggi anche alla didattica. In tutti i cicli scolastici. “Nella scuola primaria – sottolinea la responsabile Scuola Pd – torna il maestro specialista di inglese che la destra aveva tagliato e per la prima volta arriva l’insegnante di educazione motoria e di educazione musicale. Nelle scuole secondarie più lingue, più musica e arte, attività di alternanza scuola-lavoro, di cittadinanza attiva, economia e diritto per crescere cittadini consapevoli”.
Sulla riforma della scuola però non tutto il Pd, è cosa nota da tempo, la pensa però allo stesso modo. Soprattutto i democratici con maggiore militanza. Come Massimo D’Alema, che partecipando alla Festa dell’Unità a Roma si toglie qualche “sassolino” dalle scarpe: per l’ex premier la “riforma si fa parlando per sei mesi con gli insegnanti, non facendogliela cadere all’ultimo momento. Altrimenti paghiamo e si è visto”. Poi si lascia andare ad una battuta, che i presenti – riferisce il cronista Ansa – sembrano interpretare come un riferimento a Matteo Renzi e che suscita qualche risata e un applauso: “ci vuole pazienza, passerà”, conclude D’Alema.
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